Nel mirino delle forze dell'ordine è finito l'acese Giuseppe Di Mase. L'uomo otteneva denaro da una donna e perseguitava la sua ex 41enne. Negli ultimi giorni i continui messaggi alla vittima hanno aiutato gli investigatori a raccogliere le prove utili per disporre la misura di custodia cautelare in carcere
Acireale, la polizia arresta uno stalker recidivo Usava falsi profili Facebook per estorcere soldi
Violenza sessuale, circonvenzione di incapace, sostituzione di persona, atti persecutori ed estorsione. È il lungo elenco di reati che vengono contestati dalla magistratura etnea a Marcello Giuseppe Di Mase, acese classe 1971, finito in manette dopo un’attività investigativa portata a termine dagli agenti del commissariato di polizia di Acireale. L’inchiesta nasce partendo da due filoni separati che però hanno avuto sempre Di Mase come protagonista.
L’uomo, secondo quanto diramato dalla questura, sarebbe un pericoloso stalker che a settembre 2016 avrebbe approfittato dei problemi psichici di una donna per farsi consegnare, in più occasioni, del denaro. Cifre ingenti che avrebbero superato i cinquemila euro. Di Mase per portare a termine i suoi piani avrebbe utilizzato anche falsi profili su Facebook, attribuendosi l’identità di altri uomini. In una circostanza, secondo l’accusa, avrebbe colpito con una pugno una donna, incaricata dalla vittima di consegnargli del denaro.
Nel suo mirino è finita anche una 41enne con la quale Di Mase aveva avuto una relazione sentimentale, interrotta per volontà della prima a causa dei comportamenti violenti e minacciosi dell’uomo. Secondo la denuncia fatta dalla vittima l’ex compagno, in una circostanza, l’avrebbe costretta ad avere un rapporto sessuale. Il culmine della vicenda si è avuto nei giorni scorsi con diversi messaggi di morte, inviati alla 41enne anche utilizzando alcune cabine telefoniche tra Acireale e Catania. La situazione però è stata costantemente monitorata dalle forze dell’ordine che sono risalite all’autore anche attraverso l’ausilio di alcune telecamere di sorveglianza. Per Di Masi si sono aperte le porte del carcere con la disposizione di un provvedimento di misura cautelare.