Il primo cittadino acese ha risposto a chi lo accusa di non aver tagliato, così come promesso in campagna elettorale, gli emolumenti dei politici: «Fare il sindaco richiede un impegno costante sul territorio. Rinunciando all'auto personale ho fatto risparmiare già 30mila euro all'anno»
Acireale, la Giunta non taglia le indennità «Amministrare è un impegno che va pagato»
Amministrare una città è un impegno non da poco e per questo va pagato in maniera adeguata. Questo, in sintesi, il pensiero del sindaco di Acireale, Roberto Barbagallo, riguardo alle critiche ricevute negli ultimi giorni da parte della sezione locale del Movimento 5 Stelle in merito alla mancata introduzione all’interno della manovra di spending review del dimezzamento delle indennità ai componenti della giunta.
L’occasione per discutere della questione è giunta stamani nel corso della conferenza stampa con cui l’amministrazione ha presentato le misure di contenimento della spesa. Della riduzione dei compensi percepiti dall’amministrazione, peraltro, se ne parlò molto nella campagna elettorale della scorsa primavera; in quelle settimane, infatti, i sette candidati alla carica di sindaco ebbero modo di dirsi favorevoli alla proposta pubblica avvenuta nel corso di un dibattito televisivo. Tra di essi, chiaramente, c’era anche Barbagallo: «Lavorare da sindaco – ha dichiarato il primo cittadino acese – richiede una presenza sul territorio costante. La scorsa notte, per esempio, sono stato in giro a monitorare le ultime ore dei lavori della Dusty (la società che fino a oggi ha gestito i rifiuti, ndr). La somma che un sindaco percepisce ritengo non sia eccessiva rispetto al carico di lavoro che si ha».
Il sindaco ha poi tenuto a ricordare come azioni in ottica risparmio abbiano riguardato le sue prime scelte da amministratore: «Aver rinunciato all’auto personale – ha aggiunto Barbagallo – ha garantito un risparmio all’Ente di circa 30mila euro. Tuttavia, se ci sarà bisogno di tagliare anche la mia indennità sono disposto a farlo».
Come detto, nei giorni scorsi, a pungolare le scelte dell’amministrazione era stato il Movimento 5 Stelle che aveva ricordato come in campagna elettorale, davanti alla proposta pentastellata di ridurre le indennità del 30%, la lista di Cambiamo Acireale aveva rilanciato annunciando addirittura un taglio del 50%. Taglio, però, che almeno ufficialmente non farà parte delle misure con cui il Comune punta a tagliare le spese ‘superflue’ della macchina amministrativa:
«In quei mesi – ha ricordato Salvo Nicotra, il consulente economico del Comune nonché uno dei promotori di Cambiamo Acireale – a promettere la riduzione drastica delle indennità furono un po’ tutti. Oggi, però, posso assicurarvi che la cifra netta percepita da sindaco e assessori non è nulla di trascendentale ma assicura soltanto un buon tenore di vita, senza eccessi». Nicotra, che proprio stamani ha spiegato come la macchina amministrativa acese potrà ripartire soltanto riscoprendo la sinergia tra politica e burocrazia, ha poi risposto all’ipotesi di aver potuto illudere l’elettorato: «A quel tempo – ha concluso il consulente economico – l’attuale giunta non aveva ancora capito quanto contenute sarebbero state le indennità».
Una battuta, chiaramente, poiché è risaputo che un consigliere (e quasi tutti i componenti dell’attuale giunta lo sono stati nel recente passato) può ambire a un rimborso pari massimo a un terzo dell’indennità del sindaco. Una moltiplicazione in più che, tra i tanti calcoli effettuati per salvare le finanze del Comune, forse andava fatta.