Acireale, grana rifiuti per Barbagallo Già partito il bando per il nuovo servizio

AcirealeSostenibile2020 potrebbe essere molto più lontano di quanto si pensi. Oppure non arrivare mai. È questo uno degli spauracchi contro cui rischia di scontrarsi il neosindaco Roberto Barbagallo e, con lui, le speranze di chi ad Acireale ha votato per il cambiamento. Tra i punti del programma con cui l’esponente di Cambiamo Acireale si è presentato agli elettori acesi, infatti, c’è la rivoluzione della gestione del ciclo dei rifiuti, vero e proprio tallone d’Achille della passata amministrazione, con percentuali di differenziata bassissime e una qualità generale del servizio che nel corso degli anni ha lasciato parecchio a desiderare.

Cosciente di ciò, in campagna elettorale Barbagallo ha puntato molto sull’ambiente: «AcirealeSostenibile2020 – si legge nel programma di Cambiamo Acireale – è il piano che prevede percorsi integrati orientati al risparmio. Vogliamo una città che non spreca. […] La raccolta differenziata dovrà arrivare a punte superiori al 70 per cento in meno di due anni». Ma i buoni propositi del primo cittadino acese potrebbero ben presto scontrarsi con la realtà burocratica, che ha in programma per il prossimo 30 luglio la scadenza del termine per la presentazione delle offerte relative al bando per l’affidamento del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, all’interno del neonato Aro di Acireale.

Quella che a molti potrà suonare come un’ipotesi surreale, o quantomeno un elemento che stride con quanto dichiarato fino a pochi giorni fa, pare essere invece una possibilità concreta, al punto da campeggiare sul sito del Comune alla voce bandi e contratti. Ciò significa che, a meno che la nuova amministrazione non intervenga rapidamente per bloccare la gara, a fine luglio i cittadini correranno il rischio di vedere avviato un nuovo ciclo di sette anni, con la prospettiva poco invidiabile di perpetuare lo status quo. Tra coloro che hanno denunciato tale pericolo, c’è l’associazione Rifiuti Zero Sicilia: «In campagna elettorale – dichiara il presidente Danilo Pulvirenti – i candidati sindaco hanno fatto promesse a tutto spiano. Per questo motivo, non mi sarei mai aspettato di trovare, proprio in quei giorni, il bando di gara per la gestione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti pubblicato sul sito del Comune. È tutto già scritto».

Se non bastasse, il bando, che partirà da una base d’asta di circa 50 milioni euro, sarebbe viziato da tutti i difetti che fino a oggi hanno caratterizzato il servizio: «Un Aro – continua Pulvirenti – deve scrivere prima di tutto un piano d’intervento che è la base di partenza su ci si costruisce il bando di gara e il capitolato d’appalto. Ne ho letti diversi di piani d’intervento, tutti scritti senza un dettaglio preciso di cosa si vuole per il Comune, tutti molto generici, un semplice copia e incolla di informazioni richieste dalle linee guida mandate dalla Regione, nulla di più. E anche questo non fa eccezione». Tra gli aspetti più delicati, secondo Pulvirenti, ci sarebbe il mantenimento di un sistema che si baserebbe sul «buttare tutto in discarica con un sistema di cassonetti diffuso e un porta a porta dell’indifferenziato nel centro della città»; ma anche l’affitto di un terreno, per un ammontare di 130mila euro annui, da utilizzare come centro comunale di raccolta.

Il tasto più dolente in questa vicenda, però, potrebbe essere quello relativo all’organico che – stando a quanto riportato nel piano d’intervento – dovrebbe rimanere inalterato rispetto alla recente gestione. A riguardo, secondo il presidente di Rifiuti Zero Sicilia il problema è oggettivo: «Per quanto il lavoro sia sacro, 121 dipendenti per una città come Acireale sono sicuramente il doppio rispetto a quelli necessari – conclude Pulvirenti – Si tratta di una spesa per le casse comunali di circa cinque milioni di euro all’anno». Un pericoloso nodo da scogliere per Barbagallo. E pure in fretta.


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