Nella notte la perturbazione tropicale che si stava dirigendo verso la Grecia ha sterzato su se stessa colpendo i paesi ionici. Le conseguenze sono state meno peggiori del previsto, ma si aggiungo ai danni della tromba d'aria di mercoledì, ancora a vista
Acireale, continua il lavoro dei volontari Dopo il ciclone, alberi e pali della luce abbattuti
Prima l’annuncio a sorpresa dell’improvviso peggioramento delle condizioni meteorologiche. Poi il tam-tam tra amici e parenti fino a sconfinare sul web, dove le notizie si sono alternate ai messaggi di apprensione e conforto. Infine le ordinanze con cui i sindaci del comprensorio acese hanno deciso la chiusura anticipata di tutte le attività commerciali invitando tutti a tornare a casa. Al riparo. È stata vissuta così dalla maggior parte dei cittadini l’attesa dell’arrivo del ciclone, che già nelle prime ore di ieri sera prometteva effetti potenzialmente ancora più devastanti della tromba d’aria che mercoledì si è abbattuta sull’intera costa ionica, colpendo in particolar modo Acireale.
Ed è proprio nella città dei cento campanili che si è concentrata l’attenzione dei media regionali e nazionali. Continui i collegamenti televisivi e gli aggiornamenti sulla direzione presa dalla tempesta, che intorno alle 23 sembrava essere definitivamente diretta verso la Grecia. La rassicurazione, però, è presto svanita poche ore dopo quando il ciclone tropicale, proprio di fronte Catania, ha sterzato su se stesso per andare incontro ai paesi ionici. Da lì a poco e fino all’alba è stato solo pioggia, vento e una buona dose di paura. Timori confortati dalla scoperta che, stavolta, le conseguenze sono state meno peggiori del previsto.
Ad Acireale – dove sono caduti 80 millimetri di pioggia che si sono sommati ai 225 dei due giorni precedenti – la conta dei danni si è limitata (si fa per dire) a una ventina di alberi caduti, qualche palo dell’illuminazione abbattuto e poco altro. Niente, rispetto a ciò che è accaduto mercoledì scorso. Ma gli effetti devastanti della tromba d’aria sono ancora lì a testimoniare la furia della natura. Ai bordi della maggior parte delle strade, nelle piazze e nell’ormai famosa area Com, sono ammucchiati detriti di vario genere. Immagini della distruzione, ma anche della voglia di rimettersi in piedi. E questo grazie soprattutto all’impegno dei numerosi volontari che sin dal primo momento si sono messi a disposizione delle autorità nelle operazioni di messa in sicurezza.
Stamani è stata la volta dell’area antistante il PalaVolcan – uno degli immobili che, insieme al Teatro Maugeri, ha subito i danni maggiori – dove opera l’associazione di volontariato rivolta ai disabili 104 Orizzontale. A dare una mano, un po’ tutti. «Perché sono qui? Sono un’acese, essere cittadini significa anche questo» dichiara una ragazza, a cui fa eco uno degli atleti dell’Acireale Rugby, la squadra che ha dichiarato di vivere la ricostruzione della città con lo stesso spirito con cui scende sul terreno di gioco: «Non stiamo facendo nulla di straordinario, solo quello che ci è parso giusto fare per la città di cui portiamo il nome».
Mentre proseguono i lavori, negli uffici continuano le operazioni di quantificazione dei danni. Impossibile per il momento stabilire il totale – alcune voci parlano di circa 10 milioni di euro – ma è certo che non si potrà prescindere dall’impegno dei governi regionale e nazionale. In tal senso, a margine della dichiarazione dello stato di calamità decisa dalla giunta Crocetta riunitasi in seduta straordinaria ieri pomeriggio proprio ad Acireale, il sindaco Roberto Barbagallo è stato chiaro: «Pensare agli sgravi fiscali è una cosa utile, ma bisognerà fare di più. Bisognerà dare la possibilità ai cittadini di rimettere in sesto le proprie case».