Il club deve saldare la somma di 26mila euro, altrimenti rischierà delle penalizzazioni. Altre somme potrebbero essere sborsate nel prossimo futuro. Il presidente: «Abbiamo fatto ricorso. Qui c'erano stipendi come se si era al Manchester United»
Acireale Calcio, la vertenza degli ex calciatori granata Cannavò: «Stipendi non pagati da mio predecessore»
Brutta tegola in casa Acireale. Il club granata, infatti, si ritrova condannato a pagare oltre 26mila euro per alcune spettanze non saldate ai tesserati del club e relative allo scorso anno. Un argomento sicuramente delicato in una piazza che, calcisticamente parlando, sta provando a ripartire dopo le delusioni collezionate negli ultimi anni: «La questione delle vertenze – spiega il presidente Gianluca Cannavò a MeridioNews – non è assolutamente una novità e quelle ufficializzate dalla Lega nazionale dilettanti non saranno le uniche. Sono state emesse dalla commissione accordi economici, noi stiamo facendo ricorso al Tribunale federale».
La società ha l’obbligo di saldare queste spettanze entro trenta giorni: «Il termine slitterà sicuramente, perché facendo ricorso si dovrà aspettare la sentenza del Tribunale», aggiunge Cannavò. In ballo ci sono gli stipendi di diversi calciatori che hanno vestito la maglia granata, come nel caso del difensore Marco Schiavino (5.250 euro), del centrocampista Sergio Reina (950 euro) e degli attaccanti Alessandro Aloia e Dario Barraco (rispettivamente 5.585 euro e 14.408 euro): «Quella di Barraco è la cifra più alta, ma qui c’erano contratti che, a guardarli, sembrava di essere al Manchester United – commenta Cannavò, che ha preso in mano la società in un periodo successivo alle contestazioni -. Queste notizie per noi non sono una novità, eravamo sopresi del fatto che non arrivasse nulla».
Sulle richieste degli atleti, Cannavò rimane cauto. «I calciatori chiedono quello che ritengono giusto debbano ricevere. Ma tengo a sottolineare, però, che queste sono vicende non create da noi e che fanno riferimento alla precedente società. Abbiamo portato avanti – spiega il presidente – le nostre tesi di difesa che la commissione non ha tenuto in considerazione, ma riteniamo che in appello alcune cose vadano chiarite perché i contratti vanno rispettati da entrambe le parti». È chiaro il riferimento a quanto successo lo scorso anno: «Vogliamo pagare quello che è giusto: abbiamo subìto l’abbandono di tutta la squadra due mesi prima della fine della stagione. I calciatori avevano un contratto fino al 30 giugno, ma dopo la partita di Gela sono andati via senza alcuna autorizzazione».
Intanto, per le prossime settimane è attesa anche l’ufficialità di altre vertenze: «Arriveranno quelle di Infantino, Mirarchi, Di Dio, Sciannamé e altri ancora. Abbiamo già fatto appello». Al momento è difficile fare previsioni sulle somme che la società dovrà sborsare da qui in avanti: «Per ora non si sa, sono all’incirca dieci tesserati che hanno presentato vertenze per le vecchie spettanze. L’obiettivo primario è quello di tutelare i tesserati di questa stagione, il resto lo faremo se e quando ci sarà modo e tempo di farlo». Un ulteriore giallo è quello relativo a un fantomatico punto di penalizzazione inflitto alla società etnea: «A oggi non c’è mai stato tolto. Il comunicato diffidava la vecchia Asd Acireale per delle irregolarità nel pagamento del tesserato Mancuso, ma la Lega però non si è ancora mossa. Noi restiamo fiduciosi perché siamo sicuri della nostra condotta».
Guardando al calcio giocato, la squadra è ferma a undici punti in classifica con un bottino di tre vittorie, due pareggi e quattro sconfitte. L’obiettivo resta quello della salvezza e l’Acireale avrà già oggi l’opportunità di rifarsi nel derby interno contro il Marsala: «Dopo tre sconfitte consecutive noi dobbiamo assolutamente vincere le prossime due partite in casa per poi giocarcela a Barcellona Pozzo di Gotto con l’Igea Virtus. Non possiamo più permetterci di lasciare punti indietro», conclude Cannavò.