Il prete della piccola parrocchia acese, ieri sera, ha ritrovato un'automobile a pochi centimetri dall'ingresso. Sul web c'è chi suggerisce «di bucare le ruote» e chi ipotizza sia stato un modo per arrivare per primo alla messa della domenica. Don Francesco ci scherza su: «Chiederemo al Comune un passo carrabile»
S.M. La Scala, auto lasciata su sagrato chiesa Prete: «Chieda a Gesù di posteggiarla dentro»
«La prossima volta chieda a Gesù il permesso di parcheggiare l’auto dentro». Testimone dell’ennesimo atto di inciviltà è Francesco Mazzoli, il parroco di Santa Maria la Scala, frazione marinara di Acireale, che ieri sera, intorno alle 23, ha trovato un’automobile a ridosso della porta della piccola chiesa. «Era sabato sera e avranno pensato che nessuno avrebbe aperto a quell’ora – commenta don Francesco -. Purtroppo siamo ancora lontani dal raggiungere un livello adeguato di educazione civica».
A individuare il parcheggio sarebbero stati i clienti di uno dei locali che si trovano nel borgo marinaro. «I proprietari dei ristoranti c’entrano poco – sottolinea il sacerdote -. Non sono di certo tenuti a badare al luogo in cui lasciano l’auto i propri avventori. Il problema è culturale, ma d’altronde si lasciano i mezzi anche a ridosso dell’ingresso delle abitazioni». E questo accade anche quando c’è il passo carrabile: «Ecco, l’idea di fare richiesta al Comune di mettere un passo carrabile in chiesa non è da escludere», scherza il prete.
Don Francesco ha pubblicato la foto dell’auto su Facebook, ricevendo numerosi mi piace da parte di coloro – tra essi anche il sindaco di Acireale Roberto Barbagallo – che hanno condiviso il suo scoramento. Diversi anche i commenti, con tanto di suggerimenti per fare in modo che l’episodio non si ripeta. «Scoppiaci le ruote», propone Antonio. C’è poi chi prova a risalire alle motivazioni che hanno portato il guidatore a parcheggiare a pochi centimetri dalla chiesa: «Magari era in fila per la benedizione», scrive Cinzia. Mentre per Domenico «voleva essere il primo alla messa della domenica».
Infine, c’è chi tenta di fornire una magra consolazione da oltre oceano: «En la Argentina estamos tan acostumbrados a esto (In Argentina siamo così abituati a questo, ndr)», commenta Graciela. Proprio la parrocchia acese, nel 2014, ha siglato un gemellaggio con Mar de la plata. Ma, a questo punto, c’è da pensare che il gemellaggio vada oltre il sacro.