L'anziano era nella sua Fiat Seicento quando è stato travolto da un'auto di colore nero che non gli ha dato la precedenza. Facendolo ribaltare e lasciandolo sottosopra in mezzo alla strada. Sul caso indagano i carabinieri. Che sono riusciti a risalire al modello della macchina da alcuni pezzi di carrozzeria
Aci S.Antonio, monovulume investe 83enne e scappa «Mio nonno è di pietra ma quell’autista è un vigliacco»
«Mio nonno è di pietra e non si è fatto niente ma quello che non l’ha soccorso è impastato con la vigliaccheria». Non usa mezzi termini Rossella Romeo, nipote di Rosario, un anziano signore di 83 anni che due giorni fa, intorno alle 7.15, è stato travolto da una monovolume mentre era a bordo della sua Fiat Seicento blu. A centrarlo è stata una Volkswagen Touran del 2004, di colore nero. Che non si è fermata a dargli la precedenza nell’incrocio tra via Petralia e la strada del che collega Aci Catena ad Aci Sant’Antonio, costeggiando il cimitero del primo Comune.
«Mio nonno è stato travolto dal lato del passeggero – continua la donna – La sua macchina si è ribaltata, restando sottosopra in mezzo alla strada fino a quando alcune persone che si trovavano in zona non sono accorse in suo aiuto». Mentre l’investitore, lungi dal prestare soccorso, è «letteralmente scappato». «Sul posto, allertati dai passanti, sono arrivati i carabinieri di Aci Sant’Antonio e mio padre, che abita in zona», continua la parente. Le forze dell’ordine, che hanno avviato indagini sull’episodio, sono riuscite a risalire al modello della vettura che ha investito l’anziano ed è scappata grazie ad alcuni pezzi di carrozzeria rimasti sulla carreggiata.
«Consiglio a questa persona di costituirsi. Gli incidenti posso capitare ma non assumersi le proprie responsabilità è da vigliacchi», spiega Rossella Romeo. Che, sulle condizioni di salute del nonno, dichiara: «Ha qualche contusione ma è stato molto fortunato, non riportando ferite gravi». Di sicuro l’anziano, oltre a essersi spaventato, è anche «molto arrabbiato per essere stato trattato in quel modo, abbandonato in mezzo alla strada, con l’auto capovolta, senza pietà alcuna e senza che il conducente dell’altro mezzo si sincerasse di averlo lasciato vivo o morto», precisa la nipote. Che, nel frattempo, sente il dovere di ringraziare le persone che «lo hanno aiutato, con le dovute cure, a uscire dalla macchina».