Aperto nel 2014, la sede catenota di Libera impresa chiude le porte a chi voglia denunciare. Almeno per il momento – così come afferma l’amministrazione -, fino a quando non si troveranno altri locali. Sono circa 13 le denunce che ha raccolto
Aci Catena butta fuori lo sportello antiracket «Troveremo una sede», e intanto porte chiuse
Chiude, almeno per il momento, lo sportello antiracket di Aci Catena. La targhetta che campeggia sulla parete dell’auditorio intitolato a Orazio Vecchio, dove l’associazione Libera impresa dava ascolto a chiunque avesse voluto denunciare minacce ed estorsioni da parte della criminalità, stamattina è stata asportata dallo stesso responsabile Salvatore Strano.
La decisione è arrivata in seguito a una determina sindacale del 20 agosto scorso, con la quale il primo cittadino Nello Oliveri ordinava la consegna delle chiavi al Comune. La concessione – come riportato nel documento a firma di Oliveri – è scaduta nel 2016. Dopo quell’anno, fino ad oggi, non è mai più stata rinnovata. Ma Salvatore Strano si difende: «Quando nel 2016 scadde la concessione si era insediato il commissario Enzo D’Agata, dopo l’arresto dell’ex sindaco Ascenzio Maesano – spiega a MeridioNews -. Lui ci aveva comunicato che sullo sportello antiracket non era necessario alcun rinnovo della concessione». Successivamente si è insediata l’attuale amministrazione. E Strano, il 16 ottobre del 2018, ha inviato una richiesta di rinnovo all’assessora Flavia Fortino, che ai tempi ne aveva la competenza.
«Non ci è stata fornita alcuna risposta alla nostra richiesta – precisa -, noi abbiamo aspettato, convinti di un tacito assenso che mettesse tutto in regola». Inoltre, l’amministrazione ha ordinato ai responsabili dello sportello anche il pagamento delle utenze di acqua e luce: passaggio che è evidenziato anche nella prima convenzione che lo sportello antiracket ha sottoscritto: «Pagheremo le somme – continua -, stiamo aspettando che vengano conteggiate. Diamo questa notizia con rammarico, ma abbiamo sottoposto quest’ordine di chiusura anche al prefetto Claudio Sammartino: attendiamo risposta».
Il Comune di Aci Catena, intanto, ad agosto ha segnalato l’allarme criminalità allo stesso prefetto, costituendo un comitato di sicurezza: questo passaggio ha portato a dei controlli al tappeto su tutto il territorio. Adesso, come comunicato dall’assessore Angelo Russo che stamattina ha risposto alle domande dei giornalisti, «lo sportello antiracket verrà riaperto in altre sedi, sempre ad Aci Catena – replica -. L’amministrazione vuole portare in questi locali degli uffici pubblici per ammortizzare dei fissi passivi. Stiamo pensando di assegnare all’ufficio antiracket un locale confiscato alla mafia».
L’ufficio antiracket Libera impresa di Aci Catena è aperto dal 2014. Da quella data ad oggi lo sportello ha aiutato circa tredici persone, per la maggior parte imprenditori, di cui ha seguito l’iter fino al supporto delle forze dell’ordine. Tra questi, due persone con le loro testimonianze hanno aiutato gli inquirenti a far luce sull’inchiesta Aquilia, con cui si è fatto luce sulle dinamiche della criminalità organizzata che ha interessato l’Acese dall’inizio degli anni Duemila. Sebastiano Salibra, imprenditore di Aci Catena, è uno dei due che due anni fa, a causa delle tante richieste estorsive, grazie alle sue segnalazioni ha dato il via all’inchiesta. «La chiusura dello sportello antiracket per me, cittadino, rappresenta una piccola ostruzione – sottolinea -. Posso testimoniare la dedizione delle forze dell’ordine e dello sportello, ma devo indicare l’indifferenza da parte della politica».