Aci Castello, dibattito sull’area metropolitana Tra perdita d’identità e progetti futuri

Ad Aci Castello monta l’interesse per l’ingresso del piccolo centro marinaro nell’area metropolitana di Catania. L’argomento è stato inserito tra i punti all’ordine del giorno dell’ultimo consiglio comunale. L’annessione è ritenuta vantaggiosa dall’amministrazione e, al momento, dalla maggioranza del’assemblea. Critiche arrivano da pochi consiglieri e da numerosi cittadini nei vari confronti nati sui social network. Il sindaco Filippo Drago non ha dubbi sui vantaggi che deriverebbero ad Aci Castello da un matrimonio con Catania: «Pista ciclabile, depuratore, sistema fognario e mobilità. Sono tutti temi da affrontare con urgenza insieme al capoluogo», spiega.

Durante il consiglio comunale del 25 agosto si è discussa la mozione presentata da Nando Cacciola, esponente dell’opposizione, in particolare del Megafono, favorevole all’adesione. Così come quasi tutta la maggioranza, che ha presentato un proprio emendamento. Assenti in aula l’esponente del CSA Antonio Guarnera e del Movimento cinque stelle Antonio Bonaccorso. I due stanno lavorando a una proposta alternativa che – afferma Guarnera – «proporremo a giorni». L’unico consigliere a non sottoscrivere la mozione è stato Antonio Maugeri (Aci Castello Futura), preoccupato del fatto che, aderendo all’area metropolitana, Aci Castello possa perdere l’identità di Comune. «Che ruolo avrà Aci Castello, a livello decisionale, nella città metropolitana? – si chiede Maugeri – La mia alternativa è il libero consorzio delle Aci. Sto preparando una mozione approfondita che presenterò al prossimo consiglio comunale». «Durante l’ultima seduta – replica il vicepresidente del consiglio Salvo Tosto – non abbiamo sentito alternative. Per molti il timore principale dell’adesione è il rischio di perdere identità. Ma la normativa nazionale (Legge 7 Aprile 2014 n. 56), alla quale si deve uniformare anche la regione siciliana, parla chiaro: l’ente Comune con la sua autonomia viene garantito. Nessuno vuole svendere il comune di Aci Castello».

E’ lo stesso sindaco Drago a fare chiarezza su quest’ultimo aspetto: «La prima proposta del governo Crocetta era confusionaria e aboliva i comuni, ma dopo numerose critiche è stata rivista. L’attuale legge di riforma, quindi, fa riferimento alla normativa nazionale approvata dal parlamento, secondo cui i comuni rimangono comuni». Al di là del dibattito sull’identità, i vantaggi di entrare nella città metropolitana per Drago sarebbero molteplici, a cominciare dalla «realizzazione di una pista ciclabile», per arrivare al grave problema degli scarichi fognari. «Se vogliamo portare i nostri reflui al depuratore di Pantano d’Arci, Aci Castello deve aderire all’area metropolitana. Allo stesso modo se vogliamo avere i fondi per le condotte secondarie, se vogliamo migliorare la mobilità, a cominciare dalla costruzione di un grande parcheggio all’altezza della rotatoria nei pressi dell’ospedale Cannizzaro, alla riconversione della stazione ferroviaria sempre a Cannizzaro e alla gestione della coste in continuità con Catania». Secondo il primo cittadino, realizzare tutte queste opere facendo parte di un piccolo consorzio «non sarebbe possibile».

Drago promette infine di avviare un’attività di ascolto e confronto con albergatori, ristoratori, associazioni locali del territorio. I tempi tuttavia sono molto stretti. I sei mesi concessi dalla normativa per le decisioni dei singoli comuni scadono il 28 settembre. Molti confidano in una proroga di cui però alla Regione non c’è ancora traccia.


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