Così come previsto dal decreto Minniti, la prefettura di Palermo ha pubblicato un bando per ospitare e assistere «cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale»: l'appalto per la creazione di nuove strutture dovrebbe partire dall'1 giugno. «Dovrebbero essere centrali, per favorire relazioni tra chi ci vivrà e il territorio» è l'auspicio delle associazioni
Accoglienza, 19 milioni per nuovi Cas nel Palermitano Ospiteranno fino a 1500 persone tra città e provincia
Si apre una nuova fase dell’accoglienza a Palermo e in provincia, per provare a superare il carattere emergenziale col quale fino ad ora è stato affrontato l’arrivo dei migranti nel Palermitano. Prevista l’apertura di nuovi Cas, in città e nell’area metropolitana, per 1500 persone richiedenti asilo, «già giunti o in arrivo». A partire dall’1 giugno il bando della gara d’appalto, pubblicato ad aprile dalla Prefettura, disciplinerà il «servizio di accoglienza e assistenza dei cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale in strutture nella disponibilità dei soggetti partecipanti».
La novità principale consiste nel fatto che l’appalto, dal valore di poco più di 19 milioni di euro (IVA esclusa) e con decorrenza sino al 31 maggio 2018, prevede la divisione in due lotti: uno specifico per il Comune di Palermo (dal valore stimato di 3.832.500 euro) e l’altro per i Comuni della provincia (dal valore stimato in 15.330.000 euro). A seconda del lotto, varia anche il numero di persone che potrà essere ospitato in ogni singola struttura: non inferiore a 20 e non superiore a 80 posti per la città di Palermo e non inferiore a sei e non superiore a 50 posti per i Comuni in provincia. In sostanza i Cas più grandi saranno nel capoluogo, mentre in provincia il numero ridotto di persone dovrebbe farli somigliare agli Sprar.
Al momento hanno presentato le proprie offerte 20 realtà sociali – tra cooperative, associazioni e consorzi: dopo la valutazione dell’offerta tecnica, che consiste nell‘elenco dei servizi e delle professionalità a disposizione, si passa alla valutazione di quella economicamente più vantaggiosa, in cui, in generale, i famosi 35 euro a migrante versati dallo Stato vengono ribassati per poter essere più concorrenziali. L’appalto non potrà essere rinnovato, e ciascuna realtà può avere a disposizione più strutture, anche in Comuni diversi. Attualmente il mondo dell’accoglienza a Palermo è in affanno, come conferma la rete di associazioni che si occupa di fornire assistenza a chi arriva in città: nel 2016 i minori non accompagnati nel capoluogo risultano essere 1571, e altrettanti ragazzi e ragazze sono sparsi in provincia; in generale solo l’anno scorso sono sbarcate al porto di Palermo 15mila persone; almeno 800 sono poi gli adulti che vivono in maniera precaria nelle strutture di Biagio Conte; e tanti sono infine coloro che non richiedono neanche protezione.
Dalla Prefettura fanno sapere che la Commissione di Gara, dopo la conclusione del bando, sta vagliando le offerte pervenute e solo quando le procedure saranno ultimate si potranno conoscere gli esiti. «La sensazione è che i centri che sono stati aperti in passato rimarranno tali – spiega Alberto Biondo, di Borderline Sicilia – e che sui nuovi verranno favoriti i consorzi (ci sono realtà che si propongono pure da Vercelli). Già il decreto Minniti indica che i nuovi Cas devono aprire in città, ma al momento non possiamo sapere se saranno in centro o in periferia. La nostra speranza è che siano più centrali possibili, in modo da poter favorire relazioni tra chi ci dovrà vivere e il territorio, e che non siano isolati come avviene ad esempio a Isnello, Romitello e Geraci».