Nello spazio di Labirinti ideali, a Terrasini, va una mostra personale di Filippo Lo Iacono, artista palermitano fuori dai giri commerciali e speculativi che oggi sono la morte dell’arte. Del resto, la scelta del luogo dove esporre le proprie opere – che riflettono una vena paesaggistica di una scuola pittorica presente, ad esempio, nella Sicilia di fine ‘800 – non è casuale: Labirinti ideali è una meta culturale che vede la luce per aprire a varie sensibilità artistiche: dalla musica alla letteratura, dalla poesia alla scultura e alla pittura.
Terrasini, paese della luce e del mare, dei paesaggi mozzafiato di Cala Rossa con la salsedine che si respira camminando per le stradine si presta molto alla riflessione sulla vita contemplativa, lontano dai ritmi frenetici che il nostro tempo e la vita nelle grandi città spesso impongono.
«Ho sempre respirato l’arte, fin da bambino», confessa oggi Filippo Lo Iacono, nato e cresciuto in una famiglia che si occupava di antiquariato e di opere d’arte. I quadri, gli arredi, le figure hanno segnato l’immaginario interiore di un bambino che si cimentava già con i disegni e i colori. Naturale, finite le scuole medie, immergersi nel Liceo Artistico.
«Era il più bravo di tutti», ricorda una sua compagna di scuola, Francesca Mezzatesta, oggi critica d’arte, anche lei appassionata del suo lavoro da vivere con sentimento e non per illudere i tanti che oggi credono di avere chissà quale talento. Logico, normale che la vecchia compagna di scuola abbia scritto la presentazione della mostra di Filippo Lo Iacono.
Francesca Mezzatesta, storica dell’arte e critico, legge i quadri del suo vecchio compagno di scuola rintracciando intimistiche visioni delle «atmosfere scenografiche paesaggistiche, architettoniche e storico monumentali». Potrebbe sembrare un complimento a un vecchio compagno di Liceo. In realtà, guardando i dipinti di Filippo Lo Iacono si rimane colpiti dai paesaggi molto siciliani,come il Chiostro di Sant’Agostino, i tetti delle case che è possibile vedere in certi paesi della nostra Isola, le barche in mare i tirate in secco che sono sparse qua e là in tutta la Sicilia.
«Paesi sinceri che avvolgono di quiete atemporale, che proiettano nella dimensione di luoghi nella nostra terra», scrive ancora Francesca Mezzatesta. «Opere che catturano e coinvolgono tutti i sensi e non solo la vista». E qui tornano «i profumi della salsedine», ma anche i fiori e gli «azzurri cangianti» del mare siciliano.
Oggi Filippo Lo Iacono è riuscito a mettere da parte tutti i pensieri e le cose che gli hanno sempre impedito di dedicarsi solo alla pittura. Oggi dipinge e basta.
La mostra rimarrà aperta fino al 6 dicembre.
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