A Termini Imerese serve un impegno concreto per rilanciare l’industria

LA SOLIDARIETA’, CHE RINNOVIAMO Ai DIPENDENTI DELLO STABILIMENTO FIAT DEVE ESSERE ANCHE SORRETTA DALLA VOLONTA’ DI RILANCIARE LA PRODUTTIVITA’, L’OCCUPAZIONE, IL LAVORO DELL’INTERO POLO INDUSTRIALE. IN CALCE, NELLA NOTA A MARGINE, QUELLO CHE NOI PENSIAMO DI TUTTA QUESTA STORIA

di Giuseppe Scianò

Il Fronte nazionale siciliano “Sicilia Indipendente”, i suoi militanti ed i suoi simpatizzanti esprimono, ancora una volta e con convinzione, la loro solidarietà agli ex-lavoratori dello Stabilimento FIAT, agli ex-lavoratori del relativo “indotto” ed a quelli dell’intera area industriale. Si uniscono, altresì, alle sollecitazioni collettive per la proroga degli ammortizzatori sociali per tutto l’anno 2014 ed auspicano la revoca dei licenziamenti per i dipendenti LEAR e CLERPREM.

L’FNS ritiene doveroso, a tal proposito, ribadire l’esigenza che a Termini Imerese, come in tutta quanta la Sicilia, si debba dire un autorevole e deciso “NO” all’irresponsabile processo di DE-INDUSTRIALIZZAZIONE in corso. E che si debba dire altrettanto decisamente “NO” ai casi di DE-LOCALIZZAZIONE di Imprese siciliane verso altri Paesi ed altri continenti. L’uno e l’altro fenomeno allegramente in corso, senza che la Regione siciliana e le altre Istituzioni se ne preoccupino eccessivamente. Persino verso la ZONA FRANCA della Tunisia.

Occorrerebbe, al contrario, rimettere in moto, potenziare e – ove necessario – creare ex novo una diffusa INDUSTRIALIZZAZIONE, moderna ed eco-compatibile, produttiva, capace di conquistare il MERCATO INTERNAZIONALE. E di restarvi.

Una industrializzazione, cioè, che scacci l’attuale diffuso andazzo, caratterizzato anche dal parassitismo e dall’assistenzialismo.

Una politica per l’industrializzazione che possa, quindi, riportare in Sicilia la cultura della produttività, della leale competitività, del lavoro, della rivalutazione e del rispetto del lavoratore dipendente. E che non consideri l’IMPRESA come il nemico da abbattere ad ogni costo. Anche mediante l’esosità del FISCO.

Nel caso specifico di Termini Imerese, riteniamo che la classe politica, i Partiti dominanti, le Istituzioni e quanti hanno competenza in materia, in Sicilia e/o a Roma e/o a Bruxelles, non abbiano fatto tutto ciò che sarebbe stato possibile e doveroso fare. Cosa, questa, che i “FATTI” stanno dimostrando.

Né si è posta la parola “FINE” alla tattica, adottata a lungo dalla FIAT, di DE-RESPONSABILIZZARSI e di DEFILARSI dalle sorti dello STABILIMENTO e dell’intero POLO INDUSTRIALE di TERMINI IMERESE.

Nel caso in cui la FIAT dovesse comunque ritirarsi, è auspicabile che vada in porto e che non sia una CHIMERA, destinata a scomparire al momento meno “opportuno”, la proposta – che pure è stata avanzata in questi giorni, seppure come ipotesi – di attirare in Sicilia una multinazionale di alto livello che produca, a sua volta, auto; meglio se puntando sulle auto elettriche.

L’FNS “Sicilia Indipendente” non può non ribadire la considerazione che la crisi dello stabilimento FIAT e quella di altre realtà produttive siciliane è, in gran parte, legata alla mancanza di una strategia siciliana per l’economia siciliana. Una grave carenza, questa, che purtroppo caratterizza, oggi come ieri, la classe politica, i Partiti dominanti e le Istituzioni rappresentative in Sicilia.

Insomma: senza la consapevolezza della Sicilianità non si va da nessuna parte e si distrugge ciò che si dovrebbe difendere e valorizzare.

Nota a margine

Noi pubblichiamo tutto (a parte le offese che siamo costretti, quando ce ne accordiamo, a togliere dal blog). E pubblichiamo anche le considerazioni dell’amico Scianò. Ma restiamo della nostra opinione: quella in corso a termini Imerese, in questi giorni, è una sceneggiata di Partiti politici e sindacati.

Partito politici e sindacati, al di là delle chiacchiere, non hanno fatto nulla per evitare la chisura del polo Fiat di Termini Imerese. Azi, volendoci pensare, hanno fatto qualcosa di veramente squallido: hanno aiutato la Fiat di Marchionne ad abbandonare la Sicilia nel migliore dei modi possibili.

La Fiat ha annunciato la chiusura di Termini Imerese con almeno un anno di anticipo. I sindacati – non citiamo i Partiti perché ormai sulle vertenze economiche che riguardano la Sicilia li abbiamo definitivamente persi – avrebbero potuto, in un anno, far vedere a Marchionne i soci verdi. Provocandogli danni e facendogli pesare la chiusura.

Invece, i sindacati siciliani – compresa la Fiom siciliana – hanno deciso di ‘incaprettare’ i lavoratori del polo di Termini Imerese, costringendoli a un ‘buonismo’ che non è servito a nulla.

Oggi la recita continua. Siccome a maggio si voterà per le europee, debbono fare credere agli operai della ex Fiat di termini Imerese che per quest’area ci sarà un futuro industriale o, addirittura, il ritorno della Fiat. Fesserie col ‘botto’.

L’unica cosa che a questi signori interessa sono i voti degli operai ex Fiat di Termini Imerese. Sui loro voti, ad esempio, punta Giuseppe Lumia, che vorrebbe candidarsi alle europee.

Ma, lo ripetiamo: è una presa in giro: il ‘dibattito’ sul rilancio di Termini Imerese durerà fino a maggio. Dopo il voto Lumia, i Partiti politici e i sindacati scompariranno. Forse l’unica cosa che gli operai dell’ex Fiat di Termini riusciranno ad acciuffare – ma non ne siamo nemmeno sicuri -sarà la Cassa integrazione per quest’anno.

Il resto sono chiacchiere.

 

 


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