Per quanti volessero improvvisarsi attori, i sempre più diffusi mondi virtuali e la possibilità di realizzare filmati di animazione tridimensionale aprono la strada al cinema online. Il primo esempio italiano: Frankenstein Story su Second Life
A scuola di cinema su Second Life
Cosa succede quando le idee, la creatività e l’ingegno si mescolano alla passione per il cinema? Si innesca una reazione a catena che porta alla realizzazione di qualcosa di originale, di unico nel suo genere. Un pensiero che balena per la mente viene concretizzato in un progetto. E cosa succede se mettiamo a disposizione di questo progetto uno strumento come il multimediale? Che il World Wide Web si trasforma in un set cinematografico, dove a fare da scenografia c’è la realtà virtuale e chi interpreta la parte degli attori sono i nostri alter-ego virtuali. Tommaso Palermo, informatore bibliografico presso la Biblioteca Regionale universitaria di Catania, ha dato il via a questo progetto, realizzando il machinima di una delle più famose commedie cinematografiche americane, sfruttando semplicemente una connessione a internet e la sua eterna passione per il cinema.
Cosa sia il machinima forse se lo chiederanno in molti. Una breve spiegazione: il machinima è un filmato di animazione tridimensionale, realizzato in Computer Graphics (CG). Alcuni tra i più famosi successi del cinema d’animazione utilizzano questa tecnologia, che sfortunatamente risulta essere più costosa di un normale film con attori e richiede un grosso impegno di tecnologie e figure professionali altamente qualificate.
La vera rivoluzione nel genere machinima inizia pochi anni fa, con l’invenzione e la diffusione dei mondi virtuali persistenti in rete. Il machinima diventa oggi un mezzo alla portata di tutti grazie soprattutto a Second Life, un mondo virtuale gratuito che permette agli utenti rappresentati da avatar di interagire gli uni con gli altri, per la libertà assoluta che consente nella creazione di contenuti. Qualcuno ricorderà il videoclip di Irene Grandi “Brucia la città” realizzato nel 2006, o il medio-metraggio “Thetidia connection” di Adelchi Battista, presentato al festival della creatività di Firenze del 2007.
Tommaso Palermo, uno dei fondatori del Cinestudio e della Cooperativa Azdak, sfruttando la flessibilità del mondo virtuale, ha realizzato, con l’aiuto di un gruppo di appassionati del genere (uomini e donne sparpagliati per l’Italia e conosciuti solo online, che si fanno chiamare “The Kingdom of the Sun“),un machinima italiano in Second Life, “Frankenstein Story”, basato sulla trama delle versioni cinematografiche che vedevano protagonista il dott. Frankenstein e la sua mostruosa creatura. Ancora più interessante il metodo utilizzato per le riprese. Ogni elemento della “troupe”, utilizzando il proprio avatar, si è improvvisato attore ed ha inscenato secondo copione la propria parte nel film, cercando di rimanere il più possibile fedele alla versione in pellicola. La differenza sta proprio in questo: mentre in precedenza chi realizzava un machinima utilizzava un programma, quindi era costretto da ambienti e personaggi predefiniti, con Second Life questo limite non esiste, si ha praticamente la piena libertà di movimento e la massima creatività.
Gli episodi disponibili al momento sono tre, i primi due – Il prologo e La nascita basati su Mel Brooks e il film del ’31 di James Whale; il terzo – pronto da pochi giorni, La sposa – segue prevalentemente il secondo film di Whale, The Bride, del ’35. Non resta che aspettare il montaggio dei prossimi episodi e, nel frattempo, godersi la visione di questi piccoli capolavori virtuali fatti in casa che mettono in risalto la passione di chi li ha realizzati.