Il presidente della Regione si rivolge si rivolge al parlamento e al Consiglio dei ministri perché venga prolungato lo stato di emergenza per il sisma che ha devastato la provincia di Catania. «Serve con urgenza un intervento normativo a livello nazionale, afferma
Terremoto S.Stefano, Musumeci chiede aiuto a Roma «Necessarie altre misure per completare interventi»
Un appello alla presidenza del Consiglio dei ministri e al parlamento affinché venga varato al più presto il provvedimento normativo necessario a prolungare le misure straordinarie in scadenza il prossimo 31 dicembre. È quello che ha voluto lanciare il presidente della Regione Nello Musumeci riguardo al terremoto di Santo Stefano, che la notte tra il 25 e il 26 dicembre 2018 scosse la provincia di Catania, piegando particolarmente la frazione acese di Pennisi, Zafferana, Fleri e Pisano. A distanza di quasi tre anni i danni a molte strutture sono ancora ferite da sanare, con una ricostruzione ancora da portare avanti. A gravare sulla questione sono anche i problemi di ordine burocratico, con molti residenti che attendono delle sanatorie per poter effettuare i lavori alle proprie abitazioni. A questa si aggiunge la possibile interruzione della struttura commissariale, che da oltre due anni è portata avanti da Salvatore Scalia impegnata a occuparsi delle questioni burocratiche e a portare avanti le ricostruzione di alcune strutture pubbliche.
«Il commissario delegato per gli interventi di Protezione civile Salvo Cocina e la struttura commissariale per la ricostruzione guidata da Salvatore Scalia – afferma Musumeci – vanno messi nelle condizioni di portare a termine i compiti per i quali sono stati designati. La Regione non ha competenze in merito, ma serve con urgenza un intervento normativo a livello nazionale affinché vengano estesi i provvedimenti emergenziali in vigore. Sul fronte della ricostruzione inoltre – prosegue il presidente della Regione – è necessaria una semplificazione delle procedure così come è auspicabile anche il rinnovo del sismabonus rafforzato per i singoli immobili. Confidiamo nella sensibilità del Governo e della Protezione civile nazionale, nonché dei parlamentari di Camera e Senato, affinché si giunga a una pronta soluzione. Dobbiamo assolutamente evitare che centinaia di persone, tutt’oggi ancora sfollate, perdano il contributo per l’alloggio e che la ricostruzione di edifici pubblici e privati resti incompleta».
Infatti, ciò che in questi anni hanno chiesto i residenti insieme al commissario Salvatore Scalia i sindaci del territorio e alcuni deputati regionali è che il terremoto venga riconosciuto alla stregua dei terremoti che in passato hanno interessato il centro Italia, in modo tale da poter sbloccare le misure necessarie al risanamento dei privati. Il direttore generale del dipartimento di Protezione civile regionale Salvo Cocina, nella qualità di commissario delegato, ha già presentato a Roma la richiesta di proroga dello stato di emergenza per altri 12 mesi.. Per gli interventi previsti nei Comuni interessati dal sisma (Acireale, Aci Catena. Aci Bonaccorsi, Aci Sant’Antonio, Milo, Santa Venerina, Trecastagni, Viagrande e Zafferana Etnea) sono già stati erogati più di 31 milioni di euro degli oltre 33 già autorizzati, su un totale di 41 previsto da una recente rimodulazione. Resta da completare il programma delle opere previste, per il ripristino della viabilità, la messa in sicurezza di edifici scolastici, immobili privati, pubblici e di proprietà dell’Iacp.