Con il fiato sospeso in anteprima al King Alba Rohrwacher: «È una storia dolorosa»

«Un grande dispiacere. E una sensazione di tradimento». Sono queste le sensazioni che Alba Rohrwacher ha portato con sé al termine delle riprese di Con il fiato sospeso, il film di Costanza Quatriglio che parte dal memoriale del dottorando Emanuele Patanè su quanto accadeva nei laboratori dell’ex facoltà di Farmacia di Catania. L’attrice interpreta la protagonista del mediometraggio, Stella, una giovane studentessa a un passo dalla laurea costretta a fare i conti con un’università che l’ha ingannata, portandola ad ammalarsi a causa del luogo che amava di più. Una vicenda di fantasia che si intreccia con le parole scritte da Emanuele poco tempo prima di morire e che sono alla base di due processi, uno dei quali in dirittura d’arrivo. «La prima persona a parlarmi della vicenda è stata Costanza», spiega con il suo tono di voce pacato Rohrwacher. «Siamo entrati in questa storia perché lei ha difeso queste persone ferite e tradite. Abbiamo sentito la sua necessità di raccontare, l’abbiamo fatta nostra».

Il percorso per produrre e portare in sala la pellicola è stato lungo, anche se le riprese si sono concentrate in pochissimo tempo. Per permettere ad Alba Rohrwacher di interpretare al meglio il personaggio di Stella, è stato necessario frequentare luoghi simili a quelli in cui altre persone – in carne e ossa – si muovevano quotidianamente. «Ho conosciuto diversi ricercatori, ho sentito la loro passione per quello che fanno». Un viaggio che l’ha condotta ad una scena precisa, quella in cui Stella viene intervistata, portando sullo schermo le tante vite passate nei laboratori di Catania e non solo. «All’inizio sentivo un pudore, era una scena che mi intimoriva», confessa Rohrwacher. «Siamo arrivati all’intervista in maniera rispettosa. In quel momento il personaggio di Stella è esistito davvero – continua – Quel confronto è avvenuto realmente». Qualcosa di intimo anche nella realtà, con solo tre persone (la regista, un fonico e il direttore della fotografia) presenti sul set oltre lei. Una sensazione quasi difficile da spiegare, «la macchina del cinema era come se non esistesse».

«È una storia dolorosa», afferma l’attrice vincitrice di due David di Donatello e di un Nastro d’argento. Un lavoro al quale approcciarsi con «rispetto nei confronti di quelle persone che Stella racchiude». Emanuele, AgataMelissaSaverio, GiovanniRosario. Tanti nomi, chissà quanti ancora sconosciuti. A spingere Alba Rohrwacher e i co-protagonisti Anna Balestreri e Michele Riondino a prendere parte al progetto, oltre alla passione trasmessa dalla regista, è stato «il tema, la necessità di provare a fare un film che potesse almeno far sorgere un dubbio».

Un attaccamento, quella di Costanza Quatriglio, che le ha permesso di produrre in pochissimo tempo il film, presentato lo scorso 31 agosto al Festival del cinema di Venezia. La pellicola verrà proiettata in anteprima nazionale proprio a Catania, al cinema King, da giovedì 12, e la regista sarà presente sabato 14 per incontrare il pubblico etneo. E il suo impegno sul tema inizia già a dare i suoi frutti: Con il fiato sospeso ha ricevuto il premio Gillo Pontecorvo – Arcobaleno Latino per il miglior film di lingua latina presente alla settantesima edizione del Festival veneziano.


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Il film ispirato al laboratorio dei veleni all'interno dell'ex facoltà di Farmacia verrà proiettato a Catania da giovedì. Durante la settimana interverrà anche la regista, Costanza Quatriglio, che inizia a raccogliere i primi frutti del lavoro che ha tenacemente portato sugli schermi. «Siamo entrati in questa storia perché lei ha difeso queste persone ferite e tradite - spiega a CTzen la protagonista, Alba Rohrwacher - Abbiamo sentito la sua necessità di raccontare, l'abbiamo fatta nostra»

Il film ispirato al laboratorio dei veleni all'interno dell'ex facoltà di Farmacia verrà proiettato a Catania da giovedì. Durante la settimana interverrà anche la regista, Costanza Quatriglio, che inizia a raccogliere i primi frutti del lavoro che ha tenacemente portato sugli schermi. «Siamo entrati in questa storia perché lei ha difeso queste persone ferite e tradite - spiega a CTzen la protagonista, Alba Rohrwacher - Abbiamo sentito la sua necessità di raccontare, l'abbiamo fatta nostra»

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