Si chiama Pant-Aid e prevede una serie di iniziative per donare vigore al bosco che nel 2016 andò a fuoco mettendo in ginocchio l'isola del Trapanese. «Vogliamo proteggere la natura e renderla accessibile a tutti», afferma la promotrice Adamo
Pantelleria, i cittadini ridanno vita al parco dell’Isola «Saranno tutti sentinelle e promotori del territorio»
«Vogliamo rendere i cittadini panteschi sentinelle e promotori delle bellezze della propria isola. Tutti devono poter dare il loro contributo a far rinvigorire il polmone verde che anni fa è andato distrutto». Giuseppina Adamo è una delle promotrici e la project manager di Pant-Aid, il piano ambizioso pensato dai cittadini per ridare vita al parco dell’isola grazie alla realizzazione di microimprese, un piano antiincendio e la creazione di percorsi per le persone disabili. Da quando, nel 2016, un vasto incendio ha messo in ginocchio buona parte della macchia mediterranea di cui l’isola e il suo bosco godevano, gli abitanti hanno deciso di dare un forte segnale per ridare luce alle speranze andate che rischiavano di andare in fumo insieme al resto del bosco. Per i panteschi, il parco naturale è stata una fonte di sostentamento. E, per questo motivo, in molti hanno deciso di unire le loro forze.
Così, nel 2019, circa duecento cittadini si sono organizzati istituendo dei campi di volontariato. «L’obiettivo di tutto il progetto è coinvolgere la comunità pantesca nella prevenzione e nella tutela del territorio – spiega Adamo – Si sta cercando di formare delle figure professionali che abbiano il duplice compito di monitorare il bosco da eventuali rischi dell’isola e, nel contempo, far fruire il parco di Pantelleria ai turisti. Un ulteriore obiettivo è quello di realizzare delle microimprese che operino nell’agricoltura sociale che mira a far rinvigorire l’ambiente».
Il Parco di Pantelleria, oltre a essere fonte di sostentamento per gli abitanti dell’isola e vantare diverse varietà vegetali, ha anche un’area archeologica. Ricchezze che però, ancora oggi, portano i segni di quel drammatico evento che ha travolto l’isola. «Grazie ad alcuni interventi di recupero che abbiamo fatto insieme al Parco di Pantelleria, alcuni percorsi sono di nuovo fruibili. Adesso, con il progetto che stiamo cercando di portare avanti, si realizzeranno altri sentieri, soprattutto per renderli accessibili ai disabili – prosegue Adamo – Deve essere un’isola per tutti. I danni di quanto accaduto sono ancora molti, per questo è necessario un intervento che coinvolga più persone, anche perché la natura ci mette degli anni per rigenerarsi».
Dopo aver intrapreso una prima opera di bonifica con l’eliminazione di sterpaglie, la riattivazione dei primi percorsi e la ricostruzione di alcuni elementi, i volontari hanno realizzato una mappa dei rischi per evitare che si possano verificare gli incendi scoppiati in passato. Gli interventi futuri del progetto Pant-Aid prevedono anche la creazione di giardini di flora tipica locale e interventi per favorire la piccola fauna e, per offrire maggiore servizi ai turisti, saranno attivati degli infopoint distribuiti tra i porti e gli aeroporti di Pantelleria, Palermo e Trapani. Tra le tante idee ambiziose per permettere la valorizzazione del polmone verde ci sarà anche una raccolta fondi per la manutenzione del territorio: tutto con l’obiettivo finale di costruire un’impresa sociale composta dai volontari che si preoccupi di proteggere il bosco pantesco da qualsiasi pericolo.
Il progetto è finanziato da Fondazione con il Sud e coordinato da Uildm (Unione lotta alla distrofia muscolare) di Mazara del Vallo. Il Parco di Pantelleria darà il proprio contributo, insieme al circolo Legambiente Lo Jacono e Resilea e Solidalia, realtà associative che si occuperanno di promuovere progetti di agricoltura sociale. «La stagione sta andando bene, ma il lavoro da fare è ancora tanto da fare – conclude Adamo – Il progetto è ampio e prevede diverse azioni, oltre a quelle che sono già state realizzate. Adesso contiamo di mettere tutte le risorse a disposizione per dare vita alle prime cinque microimprese all’interno del parco entro la fine dell’anno. Il Covid ha inevitabilmente rallentato tutto, ma siamo sulla buona strada affinché torni a essere più bello e più fruibile di quanto lo fosse prima».