L'imprenditore 51enne che il Palazzaccio lo frequenta da vent'anni ha spiegato a MeridioNews di avere riportato «un detto dei tempi che furono». Tutto è avvenuto durante la discussione sulla mozione per eliminare i nomi dei fascisti dalle vie. Guarda il video
«I comunisti mangiano i bambini, non sono meglio dei fascisti» La frase in aula del consigliere futurista che mira alla Regione
«Ricordo a tutti che i comunisti non sono meglio dei fascisti: sono quelli che si mangiano i bambini. Non è che ce lo siamo dimenticati». A essere convinto di avere una memoria di ferro è Pietro Marino, consigliere comunale di Mazara del Vallo che, con tono deciso e timbro forte, ha ripetuto la frase durante una seduta del civico consesso in cui si stava discutendo di una mozione per eliminare dalla toponomastica della città i nomi di personaggi del regime fascista. «Era un detto quello che i comunisti mangiavano i bambini ai tempi che furono», si giustifica parlando con MeridioNews l’imprenditore edile classe 1970 che gli scranni del Palazzaccio li frequenta da una ventina d’anni. E che adesso si sta preparando per la sua candidatura alla presidenza della Regione. Eppure, dopo le risate in aula, ci ha anche tenuto a precisare che «questa è la realtà».
«Ci sono colleghi che sono molto sinistroidi – commenta Marino a questo giornale – che vogliono togliere dalle vie di Mazara il nome del grande politico di destra Giorgio Almirante (funzionario del regime, ndr) e dell’avvocato socialista Giuseppe Arena». Un’iniziativa che, nell’ultimo periodo, è stata proposta in diversi territori siciliani. «Io ho detto che questa è un’ingiustizia – continua il consigliere del neo-movimento politico Via, rappresentato dall’ex senatore Antonino Papania – Quei personaggi non penso che disturbino qualcuno e, comunque, hanno fatto parte della storia piacevole o non piacevole che sia», argomenta. «Io ho la tessera del partito socialista ma sono un futurista». Un esponente, quindi, del partito politico fondato da Filippo Tommaso Marinetti nel 1918 che, appena due anni dopo, confluì nei Fasci italiani di combattimento. Una piccola élite che, però, ebbe molta importanza nella primissima fase del movimento fascista. «Io non sono fascista e nemmeno estremista», ci tiene a precisare Marino.
Dopo l’esternazione sui comunisti mangiabambini e gli esempi pratici in cui il presidente della Cina Xi Jinping diventa «Cin Cin Pin», l’intera aula è scoppiata a ridere, compreso il presidente del Consiglio comunale Vito Gancitano. «Io mi sono messo a ridere perché quello che stava dicendo Marino l’ho interpretato come una battuta», spiega a MeridioNews Gancitano che con il consigliere condivide non solo la posizione sulla toponomastica in città ma anche la papabile candidatura alle prossime elezioni regionali. «La storia non può essere cancellata sia da parte del comunismo, che io rispetto, sia da parte del fascismo, che io rispetto come tutte le ideologie politiche», aggiunge il presidente. Anche sul rispetto diffuso i due, che potrebbero trovarsi faccia a faccia nella competizione elettorale, sono d’accordo. Alla fine del suo intervento in aula, Marino aveva detto: «Bisogna avere rispetto per le persone e per le ideologie. Per voi che leggete libri: la storia ci insegna e ci deve fare da tesoro e giudicare giustamente e migliorare le cose, non per partito preso togliere e mettere i vostri nomi. Non vi preoccupate, fatelo – ha avvisato i colleghi – Quando ci saremo noi, vi spazzeremo». Suona come una minaccia ma lui assicura che non lo è.