Il calcio come strumento di inclusione sociale Refugee Teams, al Barbera ha vinto lo sport

Ha vinto Marsala ma in realtà hanno vinto tutti. E soprattutto ha vinto il calcio, lo sport in generale come strumento che favorisce l’integrazione e l’inclusione. Il successo del binomio calcio-attività sociale è stato celebrato ieri mattina allo stadio Renzo Barbera, teatro della Final Four regionale della settima edizione del Refugee Teams, torneo promosso dal Settore Giovanile Scolastico della Figc (in collaborazione con il Ministero degli Interni, l’Uefa e l’Università del Sacro Cuore di Milano) e dedicato ai ragazzi stranieri non accompagnati accolti nei centri SAI-SIPROIMI. Sul terreno di gioco dell’impianto di viale del Fante – per mini sfide sette contro sette strutturate in due tempi da venti minuti – sono scesi Marsala Ciancio Uno, Marsala Ciancio Due, Sciacca e Mazzarino, finalista della passata edizione vinta da Trento.

Per la cronaca, si è aggiudicato il primo posto Marsala Uno che in virtù del successo in finale per 4-1 contro Sciacca (sotto lo sguardo del collaboratore tecnico regionale per la zona Sicilia Nord, Carmelo Mirabile, si è messo in evidenza il guineano Bakari autore degli ultimi due gol) ha staccato il biglietto per la poule nazionale, fase finale a cui si qualificherà per la Sicilia anche la vincente dell’altra Final Four regionale in programma a Gela il prossimo 18 giugno. «Lo scopo del progetto è quello di promuovere il calcio come strumento di integrazione e devo dire che, partendo dal presupposto che i nostri allenatori sono innanzitutto degli educatori, siamo riusciti a centrarlo – ha sottolineato Stefano Valenti, coordinatore regionale del Settore Giovanile Scolastico della Figc che ha fatto gli onori di casa assieme al responsabile regionale del progetto Franco Nucatola – e il fatto che il numero dei centri Sai-Siproimi iscritti sia raddoppiato rispetto allo scorso anno (ora sono 30, ndr) è un’ulteriore conferma che questa iniziativa rappresenta la vittoria di tutti».

Al Barbera erano presenti anche padre Francesco Di Pasquale per la Curia («Porto i saluti del Vescovo Corrado. Siamo qui allo stadio che è una cattedrale laica ed è bello sottolineare che il pallone riesce a mettere insieme tante persone oltretutto in una città come Palermo che accoglie tutti»), l’assessore allo Sport di Palermo, Paolo Petralia Camassa, il delegato regionale dell’attività scolastica Giuseppe Anzaldi e il delegato provinciale della Lnd, Fabio Cardella. Ed è intervenuto anche il Palermo (partner del progetto da quando due anni fa si è insediata la nuova compagine societaria) rappresentato in questa circostanza dal presidente Dario Mirri e dal responsabile del settore giovanile Leandro Rinaudo. «Complimenti alla Figc e anche alla LND per l’organizzazione di questa iniziativa in una location come il Barbera che è davvero un luogo di culto per gli appassionati – osserva il numero uno del club rosanero – mi rivolgo ai ragazzi e dico loro che avendo in casa l’esempio di Bubacarr Marong, che ora è diventato un giocatore professionista, il Palermo può testimoniare che i sogni possono realizzarsi. Possono avverarsi sia quelli dei ragazzi che desiderano diventare calciatori sia quelli di coloro che hanno altri progetti. L’importante è avere un sogno e sognare insieme per poterlo esaudire».


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