Antimafia, La Rocca sentito sull’appalto pulizie nelle Asp «C’è la necessità di chiudere rapporti con ditte indagate»

Non solo emergenza Covid. Il dirigente della pianificazione strategica dell’assessorato regionale alla Salute Mario La Rocca durante la sua audizione di fronte alla commissione Antimafia dell’Assemblea regionale siciliana ha riferito anche dell’ambigua situazione della gara d’appalto per le pulizie all’interno delle Asp, congelata dopo lo scandalo dell’inchiesta Sorella sanità. Sotto la lente della guardia di finanza finì la procedura da oltre 227 milioni di euro che sarebbe stata pilotata con il contributo fondamentale di Fabio Damiani. Evento che ha di fatto ha portato la Centrale unica di committenza della Regione a sospendere le aggiudicazioni dei dieci lotti incriminati. Ma non ad annullare il risultato. Ciò ha di fatto creato un limbo che ha portato le singole aziende sanitarie a prorogare i contratti esistenti, nonostante gli stessi siano in mano in molti casi a imprese coinvolte nell’indagine, come nel caso della Pfe di Salvatore Navarra. Una decisione che non avrebbe incontrato i favori degli uffici che fanno capo all’assessorato alla Salute, come spiega La Rocca. 

«Abbiamo fatto presente la necessità di chiudere i rapporti con le ditte coinvolte in questa indagine e al contempo di portare avanti le gare nuove proprio per bloccare la prosecuzione di questo sistema di vecchi appalti». Questione alla quale dalla Cuc hanno replicato tempo fa, spiegando che è stata l’Avvocatura a suggerire, in via precauzionale, di limitarsi a sospendere la gara. Dopodiché la Centrale ha anche chiesto alle Asp un report aggiornato dei contratti con tutte le società e quali azioni di controllo sono state poste in essere, in modo da potere agire in autotutela. 

«La Cuc non intende andare avanti con l’appalto – prosegue La Rocca – Ma noi non possiamo sostituirci alla Cuc, ci siamo solo permessi di suggerire di andare avanti con la gara proprio per uscire dall’imbarazzo di andare avanti con gli appalti in mano a ditte indagate. Se aderissimo alle gare con le modalità utilizzate dalle altre centrali di committenza – conclude – sicuramente avremmo dei benefici per tutto il sistema sanitario regionale». La soluzione per molti potrebbe essere quella di indire gare ponte in attesa si chiarisca il destino del maxi-appalto finito al centro dell’indagine. Per adesso, però, sono poche le Asp – tra queste quelle di Siracusa e Trapani – ad avere avviato l’iter per nuove aggiudicazioni. 


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