Abbiamo analizzato insieme a Mario Grasso, consulente politico ed esperto di comunicazione in campagna elettorale, i messaggi lanciati ai catanesi dai sei concorrenti alla poltrona di primi cittadino etneo. Ma l'impatto delle frasi scelte dagli aspiranti sindaci pare non essere quello sperato. «Nessuno è davvero forte, ma tutti generici, già visti, senza uno sguardo al futuro e, nel peggiore dei casi, banali». Vediamo il perché
Manifesti elettorali, a ciascuno il suo claim I candidati e gli slogan: l’esperto li boccia
In campagna elettorale, si sa, a farla da padroni sono i cari vecchi manifesti, che facciano bella mostra di sé tra le vie cittadine o in versione rivisitata sui social network. Tra faccioni sorridenti e simboli sbarrati, ma soprattutto slogan accattivanti. Ma sono davvero efficaci? Abbiamo analizzato i messaggi dei sei candidati alla poltrona di primo cittadino di Catania con Mario Grasso, consulente ed esperto di comunicazione politica. Che sull’impatto dei claim scelti dagli aspiranti sindaco etnei non ha dubbi: «Nessuno è davvero forte spiega ma tutti generici, già visti, senza uno sguardo al futuro e, nel peggiore dei casi, banali».
Da «Tutti per Catania!», a «Catania ce la fa!», passando per «Catania vuole un sindaco a 5 stelle. Ora puoi votare», «Senza compromessi. Rompendo con il passato», «Aggiusta Catania» fino a «Catania bene comune. Davvero!». Sono questi gli slogan scelti dai candidati sindaco in corsa alle amministrative del 9 e 10 giugno.