È polemica sui reali numeri del contagio a Palermo Orlando: «Chiedo dati certi, voglio sapere cosa fare»

«Quello della città di Palermo rischia di diventare un caso nazionale, o forse anche internazionale qualora l’Organizzazione mondiale della Sanità volesse approfondire come sia possibile che a Palermo città, nel giro di poco più di 10 giorni, il numero dei positivi al Covid abbia avuto un crollo di quasi il 75 per cento, almeno secondo i dati diffusi dall’Asp». A parlare è Igor Gelarda, capogruppo della Lega a Palermo, tra i primi a puntare l’accento sulla nuova polemica relativa ai dati della pandemia delle ultime settimane. «Siamo passati infatti dagli 11.315 positivi del 4 marzo ai 2944 del 17 marzo, cioè dall’1,7 per cento di cittadini positivi allo 0,42 per cento – continua il consigliere – Mentre nel resto della provincia, che complessivamente ha all’incirca lo stesso numero di abitanti del capoluogo il trend è in crescita e si è passati dai 1435 positivi del 4 marzo ai 1892 del 17 marzo, con una crescita del 31 per cento. Certo era veramente strano che è in città ci fosse una incidenza di positivi quasi otto volte maggiore rispetto alla provincia. Tutto ciò ha solo due possibili spiegazioni: o si tratta di un miracolo, attribuibile esclusivamente a santa Rosalia oppure qualcuno ha diffuso dati sbagliati. Con tutto il dovuto rispetto per la Santuzza, temiamo di trovarci di fronte a errori, anche clamorosi, nei dati più vecchi che appaiono del tutto sovrastimati».

Nel mirino di Gelarda alcuni degli ultimi provvedimenti, come la chiusura dei mercatini rionali che ricadono entro i confini della settima circoscrizione, dove si parlava di una sorta di maxifocolaio localizzato, dato smentito poi dal dettaglio dei contagi fornito dalla Regione. «Mi attengo alle indicazioni e ai dati che mi vengono forniti per prendere provvedimenti come sindaco, quindi, né restrizioni né allentamenti – replica il sindaco Leoluca Orlando nel pomeriggio di ieri, a margine della presentazione del nuovo assessore al Patrimonio – Ho inviato una lettera all’Asp di Palermo, al commissario emergenza Covid di Palermo e per conoscenza all’assessore Razza e al prefetto in cui chiedo di avere dati certi e indicazioni da adottare. Tutti i provvedimenti li ho adottati su formali indicazioni delle autorità regionali. Anch’io sono rimasto stupito della discordanza dei dati – continua il primo cittadino – ma poi ho preso atto che si tratta di una revisione. Attendo una nota formale, voglio sapere se devo modificare i provvedimenti. Nel periodo di Pasqua sarà zona rossa e dunque stiamo lavorando su altre misure, attendo i dati ancora non arrivati per inasprire o per eliminare i divieti».

Intanto, sempre a proposito di Covid, al Policlinico di Palermo è partita la sperimentazione del vaccino italiano ReiThera, con 50 persone che hanno aderito in maniera volontaria al programma. Il direttore dell’unità di Malattie infettive dell’ospedale, Antonio Cascio, fa il punto sull’ultima variante in ordine di tempo sbarcata sul territorio siciliano, quella nigeriana. «È stata appena individuata e abbiamo bisogno delle analisi virologiche sui campioni che ancora non abbiamo per questa variante – spiega – Dobbiamo attendere per fare delle valutazioni rispetto alla carica e alla resistenza al vaccino. La cosa più importante è fare presto, perché tanto prima facciamo tanto meno virus circola e meno varianti potranno generarsi. Ogni volta che il virus si replica può fare degli errori che possono generare nuove varianti, che a loro volta possono essere più capaci di riprodursi e diffondersi rapidamente. E se sono resistenti ai vaccini monoclonali per noi può essere un problema». 


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