Lo strumento di pianificazione del territorio è atteso da 50 anni. Quello in vigore è del 1969, tra i più vecchi d'Italia. «Servono studi di esperti ma il Comune non ha risorse», ammette l'assessore Trantino. «Si coinvolgano i cittadini», chiedono dall'associazione
A Catania il nuovo Piano urbanistico resta ancora in stallo CittàInsieme: «Senza Prg, città accartocciata su se stessa»
«Occuparsi dell’urbanistica è l’atto più politico che una città possa fare». È partendo da questo enunciato, che nulla a che vedere ha con le logiche partitiche, che Mirko Viola di CittàInsieme racconta a MeridioNews le iniziative che l’associazione ha messo già in agenda. «L’obiettivo del percorso dovrebbe essere il Prg (il piano regolatore generale che, con la nuova legge regionale sull’urbanistica, è diventato Pug, piano urbanistico generale) a cui arrivare anche con la partecipazione dei cittadini». A Catania lo strumento di pianificazione e governo del territorio comunale è atteso da oltre cinquant’anni.
Quello attualmente in vigore, che risale al 1969 ed è uno dei più vecchi d’Italia, sembra destinato a rimanere ancora a lungo. «Per poter procedere – spiega a MeridioNews l’assessore al ramo Enrico Trantino – bisogna avere fatto diversi studi tematici». Da quello agricolo-forestale a quello geologico, da quello archeologico a quello demografico e socio-economico. «Il punto è che il Comune non ha risorse per pagare degli esperti esterni che se ne possano occupare – ammette Trantino – ma non ha nemmeno figure interne in grado di portare avanti questi lavori». La soluzione, non certo a breve termine, potrebbe arrivare da un fondo di rotazione della Regione. «Stiamo cercando di capire se sarà possibile accedervi. Al momento – conferma l’assessore – siamo in una fase di stallo».
Intanto, il tema del piano è tornato sul tavolo insieme al progetto che mira a trasformare in piazza l’ex ospedale Santa Marta e alle critiche di comitati, associazioni e cittadini che si sono sentiti esclusi. Situazione che va al di là della specifica questione e che riguarda, in generale, le scelte urbanistiche della città. «Fare il piano regolatore – afferma Viola – significa decidere cosa vuole fare da grande la città che, altrimenti, non si evolve e resta accartocciata su se stessa». L’avvio formale dei lavori sul nuovo Prg a Catania è partito nel dicembre del 2018, all’indomani della dichiarazione di dissesto. Durante l’annuncio, il sindaco Salvo Pogliese aveva assicurato che lo schema del piano regolatore – «documento da scrivere insieme alla città e a tutte le parti sociali» – sarebbe stato pronto entro il 2020. «Nello sforzo iniziale per immaginare il futuro della città in modo organico – sottolineano da CittàInsieme – vanno coinvolti i cittadini che, invece, non vengono mai ascoltati».
Senza uno strumento di pianificazione, il rischio è quello di avere «tanti progetti piccoli e particolari, anche bellissimi e finanziatissimi – lamenta Viola – ma che non hanno un’anima e nemmeno una visione di insieme e, quindi, non esprimono il potenziale della città». Per questo, l’associazione chiede la convocazione urgente dal parte dell’amministrazione comunale di una consultazione permanente sul Prg. «Le norme sui processi partecipativi esistono – ricordano da CittàInsieme – e non sono state pensate come forma di ratifica di
scelte già compiute, ma come il preludio di scelte ragionate, da compiersi prima dell’arrivo delle ruspe o
dell’approvazione dei progetti di spesa».
Per provare a ridisegnare la città, l’associazione partirà da un dibattito pubblico che vedrà come ospite l’assessore all’Urbanistica. «Ascolteremo i cittadini che vivono i quartieri, le vie e le piazze per raccogliere le loro impressioni sulla vivibilità della città e le loro visioni sul futuro – annunciano da CittàInsieme – e chiederemo audizioni alla commissione Urbanistica del Consiglio comunale per approfondire tutte le singole questioni aperte in materia». Dal Lungomare a Librino, dalla Fossa Creta alla Playa a San Giovanni Galermo e Picanello, da San Giorgio e Borgo-Sanzio a San Cristoforo e Antico Corso, da Cibali a Barriera. «E ancora – concludono – l’agenda urbana e la prevenzione sismica, i diritti edificatori derivanti dalle demolizioni e i progetti di rigenerazione urbana e riqualificazione».