Bocciata la delibera. La passerella pedonale e il parcheggio, mai ultimati, rischiano di rimanere le ennesime eterne incompiute, così come gli ex dipendenti di non vedere mai stipendi e Tfr arretrati. Pesano sul risultato le assenze e il non voto di una parte di Italia Viva
Caos in maggioranza, salta recupero Grande Migliore L’incredulità di chi ha votato sì: «Un danno alla città»
Prima dei centri commerciali, prima di Forum, La Torre, Conca d’Oro, a Palermo c’era solo Grande Migliore. Il megastore di viale Regione Siciliana a suo modo ha scritto una parte della storia della città. Fallì nel tentativo di mettersi al passo con i tempi con un progetto ambizioso: un parcheggio dedicato ai clienti, sempre mancato alla struttura ma rimasto incompiuto, così come la passerella che avrebbe dovuto collegare il centro commerciale all’area prevista per le auto. Oggi le strutture, tanto quelle esistenti quanto quelle rimaste a metà, versano in condizioni di abbandono e così sembrano destinate a rimanere. La votazione in Consiglio comunale sul rinnovo del Prusst per ultimare i lavori del parcheggio e della passerella e permettere così alla curatela di vendere meglio gli immobili si è trasformata ieri nell’ennesimo gioco di sgarbi all’interno della maggioranza di sala delle Lapidi, che, tra assenze e astensioni, ha perso il punto e anche la delibera.
Tredici voti favorevoli, 13 astenuti, la delibera non passa. Dato che risulta ancora più strano se si pensa che tra i 13 sì ci sono anche i tre voti dei componenti del gruppo del Movimento 5 stelle, mentre tra gli astenuti si registra una buona parte dei consiglieri di Italia Viva, in cui ormai sembrano fare gruppo a parte i consiglieri arrivati da Sicilia Futura. «La maggioranza non ha fatto la maggioranza – dice a MeridioNews Antonino Randazzo, capogruppo pentastellato – Erano soltanto dieci su 21, gli altri si sono astenuti. Dal canto nostro ritenevamo l’opera importante, perché era l’opportunità di ultimare i lavori e fare acquisire all’area un valore, visto che il megastore pagava rispetto alla concorrenza dei centri commerciali il gap di non avere un parcheggio. Con la riqualificazione sarebbe potuto arrivare uno dei grandi nomi che questa città aspetta e invece abbiamo perso questa occasione. Oltretutto si parla di un’area già cementata, abbandonata, chiusa, non di uno spazio verde che stavamo rubando alla città».
«Adesso il curatore non potrà vendere o dovrà svendere la struttura – continua Randazzo – e quella passerella, che ormai non serve più a nulla, rimarrà lì in attesa che qualcuno rilevi l’area e la demolisca a proprie spese». E poi c’è la questione degli ex dipendenti di Grande Migliore, oltre che dei fornitori, che hanno ancora delle spettanze. «I lavoratori speravano di ottenere qualcosa da questa vendita, visto che molti di loro non hanno ricevuto ancora tutto quello che gli spettava – conclude il consigliere – Il motivo per cui si è astenuta parte della maggioranza non si capisce e le spese le fa la città».
Il no ai lavori per l’ex Grande Migliore è un cortocircuito politico ancora più indecifrabile se si pensa che arriva dopo una settimana costellata da vertici di maggioranza in cui il sindaco e la giunta si sono confrontati più e più volte con i loro capigruppo in consiglio. Tra quelli che in maggioranza hanno votato sì c’è anche il consigliere di Avanti Insieme Toni Sala. «Tra astensioni e assenze è una bocciatura che va in barba ai lavoratori che aspettavano questa vendita per vedere stipendi e Tfr mai corrisposti. Non so se c’è un motivo politico dietro questo comportamento o si tratta di una svista, mi auguro che sia uno di un incidente di percorso. Neanche la minoranza voleva bocciare la delibera: non c’è stato un solo voto contrario».
Dura anche la replica di Orlando, affidata a una nota stampa: «A nome di tutta la giunta esprimo il dissenso per la scelta del Consiglio comunale di respingere, senza alcun voto contrario, la nuova convenzione tra l’amministrazione comunale e la curatela fallimentare dell’ex azienda Grande Migliore che opera in conformità alle procedure e con le garanzie previste dalla competente autorità giudiziaria – si legge nella nota -. Una scelta inspiegabile che arrecherà danno all’economia della città e ai lavoratori che, dopo aver perso il posto di lavoro, attendono la vendita degli immobili per recuperare parte delle risorse dovute. L’area in questione è stata già trasformata a seguito della approvazione del Prusst nel 2007 e, al fine di evitare l’abbandono e il degrado, la giunta riproporrà l’atto deliberativo al Consiglio comunale». Intanto però c’è chi tra i lealisti chiede una verifica di maggioranza per dare un senso alle delibere future ed evitare di incorrere in scivoloni come quello di ieri.