Alla sbarra il cugino Giuseppe Piddu Madonia, Vincenzo Santapaola, Maurizio Zuccaro e Orazio Benedetto Cocimano. L'ex boss venne assassinato il 10 maggio 1996 sotto casa, a Catania. Dietro la sua morte tanti misteri ancora irrisolti
Omicidio Ilardo, Cassazione conferma ergastoli Cosa nostra scoprì la sua volontà di collaborare
Diventano definitive le condanne all’ergastolo per Giuseppe Piddu Madonia, Vincenzo Santapaola, Maurizio Zuccaro e Benedetto Orazio Cocimano. Tutti accusati in concorso dell’omicidio di Luigi Ilardo, avvenuto a Catania, sotto la sua abitazione, il 10 maggio del 1996. I giudici della corte di Cassazione hanno confermato anche le aggravanti della premeditazione, dei motivi abbietti e della finalità di agevolazione dell’associazione per delinquere di stampo mafioso di Cosa nostra.
Ilardo, cugino del boss Piddu Madonia, venne assassinato perché Cosa nostra scoprì che aveva l’intenzione di collaborare con la giustizia. Già prima del delitto, nel 1995, l’ex boss – noto come l’infiltrato Oriente – aveva condotto gli uomini del reparto operativo speciale dei carabinieri, che però decisero di non intervenire, fin dentro al covo di Bernardo Provenzano. Il padrino finì in manette undici anni dopo, nel 2006.
I supremi giudici hanno respinto i ricorsi degli imputati già condannati all’ergastolo con sentenze emesse dalla corte di Assise di Catania del 21 marzo 2017 e della corte di Assise di Appello del 3 aprile 2019, condannandoli anche al pagamento delle spese processuali. Tra gli esecutori materiali anche i due killer, ormai deceduti, Maurizio Signorino e Pietro Giuffrida. Per Santo La Causa, ex reggente dei Santapaola-Ercolano, poi diventato collaboratore di giustizia, la condanna era arrivata con il processo con rito abbreviato.