«È il virus che decide, non la politica», ha detto il presidente della Regione siciliana parlando delle nuove misure restrittive che sono in arrivo sull'Isola e che riguarderebbero l'obbligo di indossare la mascherina anche all'aperto e a prescindere dal metro di distanza
Coronavirus, in arrivo una nuova ordinanza regionale Musumeci: «Aumento dei contagi impone restrizioni»
«In questo caso, è il virus che decide e non la politica. Ancora non posso essere esplicito sulla nuova ordinanza, ma l’aumento dei contagi impone ulteriori misure restrittive». Sono le prime dichiarazioni del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci sulla nuova ordinanza regionale per il contenimento del coronavirus. Sull’Isola, al momento, stando ai dati diffusi ieri dal ministero della Salute e dalla protezione civile nazionale, sono 2.530 in totale le persone positive al Covid-19.
«Sono misure che avremmo potuto evitare se ci fosse stata una maggiore responsabilità collettiva – continua Musumeci – Purtroppo, gli appelli alla cautela e alla prudenza che abbiamo lanciato negli ultimi mesi non hanno sortito particolare effetto». Il presidente ci tiene però a precisare che le nuove restrizioni previste, comunque, «non penalizzeranno le attività economiche. Quella – aggiunge – è l’ultima cosa a cui vorremmo pensare, perché la nostra terra è in ginocchio e abbiamo bisogni di guardare alla ripresa piuttosto che a ulteriori chiusure». Nessun rischio di lockdown, dunque, sembra profilarsi all’orizzonte.
Stando a quanto trapelato nelle ultime ore, la nuova ordinanza prevederebbe l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto, anche se si è da soli e a prescindere dal metro di distanza. «In estate abbiamo suggerito l’opportunità di tenere le mascherine fuori e, per un certo periodo anche l’obbligo – ricorda Musumeci – Poi un Dpcm l’ha tolto e noi ci siamo adeguati ma abbiamo assistito a degli assembramenti inconcepibili e, ancora oggi, questa condizione si presenta».
Anche ieri in Sicilia il numero dei decessi è salito. Due persone in più, che portano il dato totale dall’inizio della pandemia a 306. «Ricordiamoci che in Italia abbiamo registrato 36mila morti. Pur non vedendo i cadaveri ai bordi delle strade – conclude il presidente – dobbiamo tenere conto del fatto che questo è un virus che uccide in maniera lenta ma inesorabile».