Il 24 luglio 2017 lo studente di Medicina, 25 anni, veniva falciato lungo viale Andrea Doria e moriva dopo alcuni giorni in Rianimazione. L'attraversamento mostra ancora tanti pericoli. «Persa la fiducia nella politica», commenta una collega della vittima
Cittadella, ucciso sulle strisce nel 2017. Mai trovato il pirata Il ricordo di Danilo, le tante promesse e quel ponte pedonale
Attraversare la strada utilizzando le strisce pedonali quando il semaforo rosso impone l’alt ai veicoli. Un gesto prudente e corretto ma che a Danilo Di Majo è costato la vita. Era la sera del 24 luglio 2017 e lo studente di Medicina, 25 anni originario di Enna, veniva falciato da un’auto pirata davanti la Cittadella universitaria di Catania, lungo viale Andrea Doria. Lo stesso che, ogni giorno, percorrono centinaia di studenti per raggiungere i poli didattici dell’ateneo. Danilo, quel giorno, aveva superato l’esame di Ginecologia. È morto dopo cinque giorni di agonia trascorsi in un letto della Rianimazione dell’ospedale Cannizzaro. Subito dopo i fatti i familiari hanno deciso di donare gli organi della vittima e la procura etnea aprì un fascicolo con l’obiettivo di identificare auto e guidatore. Passati tre anni, la morte del 25enne non ha però ancora giustizia.
A tenere vivo il ricordo del promettente futuro medico ci hanno pensato amici e colleghi. È nato il comitato Forza Danilo ed è stata organizzata anche una fiaccolata molto partecipata con l’intitolazione, il 10 ottobre del 2017, di un’aula studio della cittadella. Tanti momenti che hanno avuto come scopo prioritario quello di sensibilizzare opinione pubblica e politica sull’estrema pericolosità di quell’attraversamento pedonale. Sempre nel 2017, è stata lanciata anche una petizione, sulla piattaforma online Change, con più di ottomila sottoscrizioni. Ma quel pezzo della circonvallazione di Catania resta pressoché identico. E attraversare la strada, anche se sulle strisce, è ancora molto pericoloso.
Alcune toppe sono state messe. Briciole se paragonate a promesse e impegni presi negli ultimi tre anni. Tra le cose fatte ci sono alcuni attraversamenti pedonali leggermente rialzati, indicati da cartelli, e un rilevatore della velocità. Non c’è invece traccia dell’autovelox fisso, annunciato come di imminente istallazione in un’intervista a questa testata dall’allora assessore alla Mobilità Rosario D’Agata. Una determina del 6 ottobre 2017 – tre giorni prima della fiaccolata – aveva anche istituito un’area di sosta permanente da utilizzare per il posizionamento di un dispositivo mobile. Usato però raramente.
Un capitolo a parte merita la storia della costruzione di un ponte pedonale. Presente un tempo e poi rimosso. L’infrastruttura, in un primo momento, è stata annunciata come collegata alla realizzazione del parcheggio scambiatore di viale Fleming. Ma l’opera, a inizio gennaio dello scorso anno, è stata esclusa dal piano comunale finanziato con fondi della Regione. Esisteva anche un piano alternativo. Ed era quello collegato al workshop di progettazione SovrApPasso d’uomo, un concorso di idee con tanto di nodo al fazzoletto del sindaco Salvo Pogliese durante un dibattito pubblico. «Oggi prendo un impegno – disse il primo cittadino rivolgendosi alla platea – il progetto giudicato il migliore di questo workshop verrà finanziato all’interno del patto per Catania». All’evento finale però – 9 dicembre 2019 – nessuno dell’amministrazione si fece vedere. «Da quelle dichiarazioni non siamo più riusciti ad avere contatti con loro e poi si aggiunto pure il Covid – spiega a MeridioNews Alessandra Di Nora, una collega di Danilo che, adesso, indossa il camice bianco – Noi come gruppo civico abbiamo perso anche un po’ di fiducia nei confronti del mondo politico».
«Dopo la presentazione dei progetti abbiamo inaugurato l’evento Azioni. L’assenza dell’amministrazione fu un segno abbastanza brutto perché ci aspettavamo una continuità in seguito alla promessa del sindaco», spiega a MeridioNews l’ingegnere Simone Grasso, tra i responsabili di Whole-urban regeneration nell’ambito del progetto SovrApPasso d’uomo. «Il workshop doveva essere l’inizio di un progetto più ampio che vedeva la cittadinanza protagonista di un intervento – continua Grasso – L’obiettivo non era obbligatoriamente la realizzazione del progetto vincitore. Il processo è andato avanti e abbiamo continuato a pensare cosa è possibile fare. Vorremmo creare un comitato cittadino con la giusta forza tecnica e sociale per realizzare la messa in sicurezza di quella zona. L’amministrazione potrebbe lavorare come facilitatore per garantire la realizzabilità anche di interventi meno impegnativi».
A confermare l’impegno dell’amministrazione tuttavia è l’assessore alla Mobilità Giuseppe Arcidiacono. Contattato telefonicamente da MeridioNews spiega: «Il progetto del ponte è nel patto territoriale. Appena firmeranno la rimodulazione faremo tutto». Tempi? «Si tratta di una cosa nei programmi dell’amministrazione». L’ennesimo nodo al fazzoletto è stato fatto.