Il 27enne è stato ucciso il 31 ottobre 2016. Per il delitto c'è già stata una condanna in primo grado per gli esecutori materiali, un terzo uomo - il killer delle carceri Antonio Marano - è indagato. Dietro il delitto ci sarebbero motivi passionali
Riposto, arrestati mandanti dell’omicidio Chiappone Tra loro c’è anche un boss dei Santapaola-Ercolano
I carabinieri del comando provinciale di Catania, su delega della locale procura distrettuale, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catania nei confronti di due persone, una delle quali, Benito La Motta, ritenuta elemento di spicco della famiglia mafiosa catanese Santapaola-Ercolano. Sono accusate di essere coinvolte nell’omicidio di Dario Chiappone, 27 anni ucciso a a Riposto il 31 ottobre del 2016.
Il movente, è emerso dalla indagini, sarebbe legato a motivazioni sentimentali ed economiche riconducibili al rapporto di frequentazione della vittima con una donna, che era l’ex convivente di Paolo Censabella, destinatario del provvedimento cautelare. I due, secondo quanto emerso, sarebbero i mandanti del delitto, tra loro anche l’allora presunto reggente della cosca mafiosa che avrebbe ricevuto la richiesta di fare uccidere l’uomo. Chiappone fu ucciso con 18 coltellate alla gola e al torace.
Per il delitto, in primo grado, la corte d’assise di Catania, presieduta da Sebastiano Mignemi, il 20 marzo scorso ha condannato all’ergastolo Agatino Tuccio e a 23 anni di reclusione Salvatore Di Mauro, quest’ultimo è irreperibile perché forse latitante. Nell’inchiesta sull’omicidio è indagato anche il killer delle carceri Antonio Marano, 76 anni. A incastrarlo sono state le impronte digitali trovate da militari del Ris sul luogo del delitto. Nel dicembre del 2019 i carabinieri gli notificarono un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.