Danilo Lo Giudice, oltre a sedere in Ars, è sindaco di Santa Teresa di Riva, nel Messinese. Ed è proprio nelle vesti di primo cittadino che, nei giorni scorsi, ha annunciato la ricezione dell'oggetto che giaceva nei depositi del tribunale. Non tutti l'hanno presa bene
Deputato Lo Giudice si fotografa con zanna d’elefante «Esporla servirà a sensibilizzare contro il bracconaggio»
«Esistono ancora i lager nazisti e la gente li va a visitare e bisogna conoscerli per sapere il male che è stato fatto». A citare il dramma della Shoah è stato nei giorni scorsi il deputato regionale dell’Udc e sindaco di Santa Teresa di Riva (nel Messinese) Danilo Lo Giudice. Il paragone è stato scelto dal primo cittadino per sedare le polemiche seguite alla pubblicazione di una foto su Facebook in cui è ritratto con una zanna di elefante nelle mani.
Poche ore prima, infatti, era stato lo stesso Lo Giudice a salutare la particolare donazione. «Grazie a una interlocuzione con il tribunale di Messina oggi abbiamo ricevuto una zanna di elefante che era stata confiscata nel 2016, in quanto detenuta in maniera illegale dai privati», aveva scritto il sindaco, spiegando che la stessa sarà esposta al palazzo della Cultura di villa Ragno. L’iniziativa, però, non è stata presa bene da più di un commentatore. Critiche che hanno spinto Lo Giudice a cercare di correggere il tiro. «Numerosi musei di storia antica espongono zanne di elefanti o di altri animali – ha aggiunto il primo cittadino alla prima versione del post -. Il corso della storia umana è cambiato e molte cose oggi cambiano se nell’esporle si spiegano le storie, perché la storia non si può nascondere, il male fatto dall’uomo deve essere portato a conoscenza di tutti e spiegato».
Il primo cittadino ha difeso la decisione di mostrare la zanna d’elefante al pubblico. «A primo impatto chiunque direbbe che è soltanto un trofeo, ma anche la sua esposizione può fare comprendere che dietro l’uccisione di quell’animale ci sono una serie di azioni che per la nostra società sono, e a ragione, criminali». E davanti alle ulteriori perplessità mostrate da un utente, il sindaco ha replicato. «Ci tengo a sottolineare che non è stato ucciso nessuno, che la provenienza è sconosciuta e che si tratta di un reperto che era stato confiscato nel 2016 proprio perché detenuto in maniera illegale da privati. I tribunali – ha concluso il primo cittadino – anziché lasciarli nei depositi, li donano agli enti pubblici proprio per evitare il diffondersi di pratiche illegali e per dare un messaggio positivo che è quello che anche noi vogliamo fare».