L’attuale periodo di emergenza sul Coronavirus si sta, purtroppo, rivelando un terreno fertile per frodi e phishing in banca. Purtroppo l’emergenza Coronavirus per molti malintenzionati è una situazione da sfruttare. Il phishing è una truffa informatica attuata inviando un’e-mail con il logo contraffatto di un istituto di credito in cui si invita il destinatario a […]
Coronavirus, dilagano truffe informatiche in banca Urzì, Fabi: «Attenzione a comunicazioni dubbie»
L’attuale periodo di emergenza sul Coronavirus si sta, purtroppo, rivelando un terreno fertile per frodi e phishing in banca. Purtroppo l’emergenza Coronavirus per molti malintenzionati è una situazione da sfruttare. Il phishing è una truffa informatica attuata inviando un’e-mail con il logo contraffatto di un istituto di credito in cui si invita il destinatario a fornire dati, motivando tale richiesta con ragioni di ordine tecnico o, come avviene in questo momento, di emergenza.
«Sono in corso campagne di phishing– afferma Gabriele Urzì, Segretario Provinciale FABI Palermo e Responsabile Salute e Sicurezza della FABI di Palermo – che si realizzano con comunicazioni dubbie e sospette che devono allertare la clientela. Sono in circolazione diverse tipologie di mail, inviate sotto falso mittente con il logo degli istituti di credito, finalizzate a sottrarre in maniera fraudolenta, dati personali e bancari (compresi numeri di carta, codici di accesso e dispositivi della Banca via Internet) che, attraverso svariate argomentazioni, inducono chi le riceve a cliccare su un link e ad accedere ad un falso sito Internet della propria banca. Ricordiamo – aggiunge Urzì – che la nostra banca non ci richiederà mai alcun dato personale, password o numeri della nostra carta di credito».
Altra frontiera della criminalità è rappresentata da falsi SMS, ben congegnati ed ingannevoli e attraverso i quali la clientela viene indotta a condividere dati personali (in questo caso si parla di smishing). «Anche qui occorre stare all’erta – conclude il sindacalista – e ricordiamo che gli operatori delle banche non chiedono mai le credenziali di accesso o i codici autorizzativi (PIN, password, codice numerico generato dal Token o dall’APP)». Recentemente si è verificata una campagna di phishing a danno di Unicredit, che ha provveduto ad inviare immediatamente un’efficace comunicazione a tutta la clientela con un vademecum di prevenzione dal fenomeno. Ma il fenomeno è diffuso e riguarda tutte le banche.
(Fabi Palermo)