Rifiuti a Bellolampo, Comune concede proroga a Rap E nuova stoccata alla Regione per i mancati controlli

Una «situazione di emergenza che potrebbe determinare gravi problematiche di natura igienico sanitaria, di emergenze ambientali e di ordine pubblico»: a definire in questo modo i rifiuti accatastati da mesi a Bellolampo non è qualche allarmista ma il Comune di Palermo. Che finora aveva invitato alla calma coloro che avevano sollevato il problema delle migliaia di tonnellate di immondizia indifferenziata che giacciono all’esterno dell’impianto Trattamento Meccanico Biologico.

Una «situazione di emergenza» che è nata alla fine della scorsa estate, quando Rap ha cominciato a non riuscire più a smaltire i rifiuti provenienti da mezza provincia. Ecco perché il Comune, con l’ordinanza sindacale n°12, ha concesso una nuova proroga alla municipalizzata che si occupa della gestione della discarica pubblica più grande della Sicilia. A metà gennaio, infatti, Rap aveva chiesto altro tempo attraverso una nota in cui aveva «riportato le specifiche motivazioni e i dati inerenti i trasporti e i conferimenti presso gli impianti autorizzati dalla Regione Siciliana». Il nuovo limite è stato spostato al 17 marzo 2020.

Il problema dello smaltimento si trascina sin da settembre 2019, quando il Comune aveva stabilito un orizzonte temporale di 120 giorni per eliminare i rifiuti che, nel periodo di massimo difficoltà, erano arrivati a 40mila tonnellate. Una scadenza che però Rap non è riuscita a rispettare, tra una raccolta differenziata che non è mai decollata e l’assenza di impianti pubblici. Lo scorso 20 gennaio il dipartimento regionale Acqua e Rifiuti, nel decreto con il quale è stata stabilita la nuova migrazione dei rifiuti palermitani in giro per la Sicilia, puntava il dito sulla municipalizzata e sui presunti ritardi per la consegna del progetto in merito alla settima vasca di Bellolampo.

Mentre il Comune a sua volta torna ad accusare la Regione. Sull’ordinanza sindacale si legge che «i decreti regionali emessi per far fronte alla necessaria e urgente rimozione dei rifiuti giacenti nei piazzali contengono specifiche previsioni di quantità e tempistiche per ogni specifico impianto di di smaltimento, e l’effettivo quantitativo giornaliero e settimanale accettato da ciascun singolo impianto non è stato corrispondente, ma inferiore, e quindi in contrasto con le predette previsioni dei decreti regionali». Per l’assessorato all’Ambiente, insomma, il problema resta quello dei gestori privati che continuerebbero a contrastare il modello pubblico di gestione dei rifiuti della città di Palermo.


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