Paternò, guerra anche sui dipendenti del Comune La giunta Naso contestata da Cgil e opposizione

«Il personale comunale spesso si trova senza carta, senza cancelleria, senza toner. Da quasi due anni i dipendenti che giornalmente assicurano servizi indispensabili per l’ente sono trascurati e abbandonati dall’amministrazione perché privati delle loro spettanze accessorie». A parlare è Ezio Messina, della segreteria provinciale della Cgil, criticando l’operato della giunta del sindaco Nino Naso. Il sindacalista contesta le scelte che hanno interessato la macchina amministrativa, specificando come «dall’insediamento della giunta cinque dirigenti si sono trasferiti in altri enti, anche in modo assai rumoroso. Incomprensibilmente, si è affidato tutto l’apparato burocratico a un segretario generale a mezzo servizio per poi, a costo salatissimo, assumere una società di consulenti per gestire l’ufficio di ragioneria, pur avendo già a spese del Comune sia l’assessore sia il funzionario di settore». Tale consulenza, riporta Messina, nel 2019 ha comportato la spesa di 62mila euro.

Inoltre il sindacalista ha espresso il proprio rammarico sulla mancata stabilizzazione dei precari storici. Il relativo finanziamento regionale non può essere utilizzato perché il Comune, pur approvando il bilancio preventivo 2019, non ha ancora approvato quello del 2018. Un requisito essenziale per la contrattualizzazione dei lavoratori comunali che «da 30 anni rincorrono il miraggio». Anche l’aumento delle ore sarebbe rimasto sulla carta: «Non è stato rispettato l’impegno preso in consiglio comunale, dove è stata votata la delibera».

La Cgil ha così proclamato lo stato di agitazione come ha specificato il rappresentante Franco Tomeo. L’offensiva del sindacato si è estesa al segretario generale Fp Cgil Salvatore Cubito che ha protocollato al Comune di Paternò una nota che chiede chiarimenti sul giallo delle ore lavorative. Pronta la replica dell’assessore al ramo Rosanna Natoli che ha evidenziato a MeridioNews come «non c’è la copertura finanziaria, i revisori dei conti e gli uffici ci hanno dato parere negativo».

Il sindaco Nino Naso la butta sul piano politico: «La delibera sui part-time è una presa in giro del consiglio comunale perché, oltre alla mancata copertura finanziaria, non c’è il documento unico di programmazione, non c’è la rendicontazione, si è voluto solo speculare. Questa amministrazione ha già provveduto ad aumentare di quattro ore il monte totale e, se ci saranno altre occasioni, le aumenteremo ancora». Naso specifica poi che sul salario accessorio la contrattazione 2018 e 2019 è già stata chiusa. Rimarrebbe da pagare, secondo il sindaco, il saldo 2018 per qualche dipendente e il 2019 dell’intero personale. 

Sulla vicenda è poi intervenuta la presidente della commissione Bilancio Agata Marzola, ex componente della maggioranza transitata assieme ai consiglieri Alfredo Sciacca e Tuccio Paternò all’opposizione. I tre consiglieri hanno dato vita al gruppo consiliare Alleanza per Paternò. Secondo Marzola «è inaudito che il sindaco, ancora una volta, si permetta di dire che la delibera votata in aula è una presa in giro – ha detto duramente – e vorrei ricordare a Naso che non si trova più nella condizione di considerare il consiglio comunale come un semplice passacarte». Secondo Marzola il primo cittadino «mente sapendo di mentire perché il monte ore era fattibile, alla luce delle disponibilità nei capitoli da noi individuati». La consigliera critica lo stanziamento per i consulenti e ricorda come «l’ente quest’anno avrà una maggiore risorsa derivante dalle quiescenze che non saranno venti, così come stimate, bensì cinquanta».


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