Per anni 50mila famiglie dello Zen non hanno pagato le bollette dell'acqua. Ora l'ex municipalizzata ha presentato all'Istituto Autonomo Case Popolari un decreto ingiuntivo. «Così salta il piano di risanamento che stavamo avviando»
Amap presenta allo Iacp un conto da 15 milioni «Se scatta il pignoramento si rischia il default»
Per anni 50mila famiglie del quartiere Zen, rione popolare della periferia di Palermo, non hanno pagato le bollette dell’acqua. L’Amap, ex municipalizzata che gestisce il sevizio idrico, ha notificato ora all’Istituto Autonomo Case Popolari un decreto ingiuntivo da 15 milioni e 500 mila euro da pagare entro dieci giorni. Secondo l’Amap, infatti, lo Iacp avrebbe dovuto riscuotere i canoni degli utenti che vivevano nelle abitazioni popolari. Cosa mai avvenuta.
Ne è nato un contenzioso conclusosi con la condanna dell’ente. «L’ente rischia seriamente il default – dice il direttore Vincenzo Pupillo – perché intanto non è in condizione di pagare il debito con l’Amap contratto in forza di una condanna in un procedimento in cui l’Istituto non si è costituito in giudizio e non ha successivamente impugnato il decreto ingiuntivo. In questo modo l’ente non si è difeso e non ha spiegato le ragioni che hanno portato al debito che non può essere solo attribuito allo Iacp. Se scatteranno i pignoramenti gestire l’ente sarà pressochè impossibile».
«Questo è un modo per fare saltare l’intera gestione dello Iacp – aggiunge Pupillo – Un modo per mettere fine al piano di risanamento che si stava cercando di realizzare. Come si può pensare che un ente in situazione molto grave possa fare fronte a una richiesta notificata in questo periodo?» Un fulmine inatteso che porta l’ente a un passo dal baratro e con il rischio concreto di non potere più pagare gli stipendi ai dipendenti. Sulla vicenda nei mesi scorsi era stata inviata una relazione di otto pagine a firma del direttore generale Vincenzo Pupillo e del commissario straordinario Ferruccio Ferruggia al sindaco di Palermo Leoluca Orlando al presidente della Regione Nello Musumeci, ai magistrati del Tar e quelli della Corte dei conti e a tutto il personale dell’Istituto. Lo Iacp ha debiti per oltre 61 milioni e crediti, di dubbia esigibilità, per 86,3 milioni.