Dalla vetta della classifica in B all’essere capolista in D. Passando per vicende societarie grottesche e la mancata iscrizione in cadetteria. Adesso la squadra è ripartita dai dilettanti, con il record di abbonati e il presidente-tifoso Dario Mirri
Palermo, un anno con tanto nero e poco rosa Adesso si punta a tornare nel calcio che conta
Da campioni d’inverno a campioni d’inverno! Si potrebbe riassumere così, in poche parole, il 2019 del Palermo. Un anno in cui sembrerebbe non essere cambiato nulla, ma la realtà in 365 giorni è diventata molto molto diversa. I rosa sono passati dalla serie B alla serie D, retrocedendo di due categorie, per la disperazione dei tifosi rosanero che però hanno dimostrato grande vicinanza alla squadra e al club in questa ripartenza.
A gennaio i rosa sono in vetta alla classifica di serie B con un bottino di 37 punti, cinque in più di Brescia e Pescara e con ben sette lunghezze di vantaggio su Lecce e Verona (un gap che verrà presto colmato). Il Palermo parte male nel girone di ritorno, perde subito le sfide contro Salernitana e Cremonese e tornerà al successo soltanto a febbraio, quando è già stato superato in classifica dal Brescia. Con il Lecce invece è battaglia serrata, sorpassi e controsorpassi al secondo posto fino alla trentesima giornata: da qui in avanti, infatti, i salentini riusciranno a restare davanti ai siciliani fino alla fine, con il Palermo che conclude al terzo posto (con il ritorno di Delio Rossi in panchina al posto di Roberto Stellone) e che dovrà accontentarsi dei play off. Ma non è finita qui: a seguito della sentenza del Tribunale Federale, il Palermo viene declassato dal terzo all’ultimo posto della classifica per illecito amministrativo. La Lega B conferma le date dei play off e annulla il play out per poi disporne nuovamente la disputa. Alla fine i rosa subiscono una penalizzazione di venti punti e scendono così a quota 43, cosa che permette al club di viale del Fante di mantenere la categoria.
Nel frattempo, in pochi mesi, in società è successo di tutto: Zamparini prima cede il club al gruppo inglese capeggiato da Clive Richardson e dall’amministratore delegato Emanuele Facile. Il loro interregno dura neppure due mesi, con la Sport Capital Group che a febbraio annuncia la cessione delle quote a un gruppo capitanato da Rino Foschi e Daniela De Angeli: a loro il compito di trovare nuovi acquirenti. E quando sembrava che con York Capital fosse cosa fatta, ecco subentrare Arkus Network. A prendersi la scena Salvatore Tuttolomondo, il nuovo patron rosanero, e il direttore generale Fabrizio Lucchesi. Due personaggi mediaticamente molto attivi che però resteranno tristemente noti per aver fatto scomparire il Palermo dal calcio che conta. La dirigenza, infatti, non rispetta i termini previsti per presentare la fideiussione obbligatoria per l’iscrizione in serie B e il 12 luglio viene definitivamente esclusa dal campionato cadetto, dopo vari ricorsi, dalla Figc per inadempienze finanziarie. La società sarà dichiarata fallita soltanto a ottobre.
A questo punto si mette in moto la macchina dell’amministrazione comunale, per evitare che il calcio in città stia fermo un anno, come già accaduto nel 1986/87. Il sindaco Leoluca Orlando presenta l’avviso per manifestazioni d’interesse per l’iscrizione della squadra di calcio al campionato di serie D 2019/20. Il primo cittadino assegna il titolo sportivo alla Hera Hora di Dario Mirri e Tony Di Piazza, i quali battono la concorrenza tra gli altri di Massimo Ferrero, patron della Sampdoria, e di altri quattro gruppi. Nel giro di pochi giorni viene scelto lo staff dirigenziale e tecnico e la squadra, in piena costruzione, parte per il ritiro di Petralia Sottana. In squadra arriva gente che fino all’anno prima giocava in serie B, ma anche tanti giovani interessanti per rispettare al meglio la regola degli under.
E i risultati non tardano ad arrivare: innanzitutto la squadra trova a spingerla un pubblico che non si vedeva da anni. La rinascita della passione nei tifosi viene testimoniata dalla sottoscrizione di 10.446 abbonamenti, cifra con la quale si batte il record stabilito in serie D dal Parma qualche anno prima. Anche sul campo, la squadra gira a mille: dieci vittorie nelle prime dieci gare, cosa che lascia pensare a una vittoria facile del campionato. In realtà, successivamente arrivano le prime difficoltà, con le due sconfitte interne contro Savoia e Acireale e i pareggi contro la Palmese (fanalino di coda) e il Troina. Il Palermo chiude il girone d’andata al primo posto con 41 punti, ma con tre sole lunghezze di vantaggio sul Savoia. L’obiettivo, chiaramente è uno soltanto: vincere il campionato per tornare al più presto nel calcio che conta.