Dopo che il Tar non ha accolto la richiesta di sospensiva delle autorizzazioni ottenute dalla Maurel et Prom, a Modica Ignazio Abbate chiama alla mobilitazione collettiva. A MeridioNews la replica del responsabile in Sicilia dell'impresa francese
Il sindaco lancia l’appello contro ricerca idrocarburi «Non aprite i cancelli». L’azienda: «Indagini sicure»
«Non aprite i cancelli alla Maurel et Prom». L’appello ai propri concittadini è stato lanciato ieri dal sindaco di Modica Ignazio Abbate, dopo che il Tar ha respinto la richiesta di sospensiva dell’autorizzazione che la sussidiaria italiana della società francese ha ottenuto, a luglio scorso, dalla Regione Siciliana per avviare una campagna esplorativa alla ricerca di idrocarburi – nello specifico, gas – tra le province di Ragusa, Siracusa e Catania.
L’iniziativa, che affonda le radici a fine anni Duemila – quando ancora il permesso era in mano ai texani di Panther Eureka – e che è tornata al centro dell’attenzione con il via libera alle indagini geofisiche, ha suscitato nei mesi scorsi le proteste degli ambientalisti e anche di alcuni amministratori locali, contrari alla prospettiva di ospitare in futuro perforazioni del suolo. Una ritrosia che si è trasformata in ricorsi alla giustizia amministrativa, anche se finora il Tar ha sempre risposto picche alle richieste di sospendere tutto. L’ultimo pronunciamento ha riguardato appunto l’istanza partita dal Comune di Modica. «I proprietari dei terreni su cui dovrebbero entrare i macchinari di Maurel et Prom possono dire di no, per interesse loro e di tutta la collettività. Non è obbligatorio farli entrare – dichiara il primo cittadino a MeridioNews -. Per il Tar non c’è periculum in mora, per noi già adesso bisogna agire in via preventiva per evitare che in futuro attività di perforazioni possano mettere a rischio il nostro territorio».
Intanto, la notizia della chiamata alla mobilitazione collettiva da parte di Abbate ha destato stupore in via Montinaro, dove a Ragusa da qualche tempo Maurel et Prom ha trasferito la propria sede siciliana. Un cambio di meno di due chilometri rispetto al civico 34 di viale dei Platani, dove prima della società francese avevano stabilito la propria base anche gli americani di Panther. «Sorprende quest’uscita del sindaco – commenta a MeridioNews Giuseppe Palmeri, operation manager di Maurel et Prom in Sicilia -. Nell’ultimo anno abbiamo incontrato sindaci e cittadini, ai quali abbiamo spiegato in cosa consistono le indagini geofisiche, e abbiamo avuto il via libera da parte di enti come le Soprintendenze, le Università e la Regione. Questi appelli rischiano solo di aggiungere confusione». Palmeri, che in passato ha lavorato anche con Panther nelle vesti di tecnico, ritiene eccessivo il clamore creato attorno al permesso di ricerca denominato Fiume Tellaro, anche se la stessa azienda ha garantito che il corso d’acqua non verrà mai interessato da perforazioni. «L’autorizzazione della scorsa estate ci mette nelle condizioni di mappare un territorio di 660 chilometri quadrati per capire quali risorse custodisce nel sottosuolo – prosegue il responsabile di Maurel et Prom – Questo viene fatto con tecnologie a impatto ambientale pressoché nullo e consentirà di ricavare dati che saranno a disposizione degli enti pubblici».
Limitare lo sguardo al presente però sarebbe da ingenui, in quanto l’auspicio di chi cerca qualcosa è trovarlo. «Se i risultati saranno positivi, avvieremo l’iter per ottenere le autorizzazioni alle perforazioni, ma anche se così fosse bisogna dare all’attività le giuste proporzioni – va avanti Palmeri -. In questi mesi ho sentito fare esempi fuori luogo, come Priolo o Gela. Qui parliamo di fare dei pozzi dal diametro di trenta centimetri, con il gas che verrebbe immesso nella rete nazionale. A Ragusa, i pozzi onshore producono quotidianamente idrocarburi senza intaccare il turismo e il fascino del territorio, anzi garantiscono al Comune milioni di royalty ogni anno».
Le indagini geofisiche, iniziate in autunno, stanno intanto andando avanti e la società conta di conclduerle entro la prossima estate. «Il progetto sta coinvolgendo duecento tecnici siciliani, questo è un elemento che nessuno rimarca», afferma Palmeri. Che poi, alla domanda sui possibili effetti derivanti da un rifiuto dei modicani ad aprire i cancelli delle proprietà, si mostra sereno. «I privati li abbiamo incontrati e in molti hanno già siglato il modulo che autorizza l’ingresso dei mezzi – spiega il responsabile di Maurel et Prom -. Tuttavia è chiaro che se qualcuno volesse ripensarci, noi ne prenderemo atto. Fortunatamente con le tecnologie wireless, oggi è possibile aggirare questi ostacoli riuscendo a portare avanti il lavoro».
«In questi mesi cose ne sono successe, ed è normale che anche le disponibilità cambino», è la replica a distanza del sindaco di Modica. Il riferimento di Abbate va a quanto accaduto quest’anno a ridosso del fiume Irminio, dove Legambiente in estate ha denunciato uno sversamento di idrocarburi. Una vicenda ancora aperta, ma che ha allarmato non solo gli ambientalisti. «Il nostro territorio attinge l’acqua da una falda che sta proprio sopra alla zona in cui vengono prelevati gli idrocarburi – dichiara il primo cittadino -. Non voglio neanche immaginare cosa accadrebbe se la falda venisse contaminata. Qui non ci sono montagne con sorgenti, la stragrande maggioranza dell’acqua viene presa dal sottosuolo e – conclude Abbate – non possiamo mettere a rischio il futuro con altre perforazioni».