L'ex ministro degli interni è accusato anche di abuso d'ufficio per il divieto di sbarco alla Open Arms. Un altro procedimento per calunnia e diffamazione è stato aperto in seguito a una querela di parte di Mare Jonio
Porti chiusi, tribunale dei ministri indagherà su Salvini La procura conferma l’ipotesi di sequestro di persona
Per la procura di Palermo bisogna indagare su quanto fatto da Matteo Salvini in occasione di quanto accaduto alla Open Arms ad agosto, nel periodo in cui il leader della Lega era ancora ministro degli Interni. I magistrati, che nei giorni scorsi hanno ricevuto il fascicolo dai colleghi di Agrigento, hanno chiesto al tribunale dei ministri di procedere nelle indagini. Le accuse sono di abuso d’ufficio e concorso in sequestro di persona.
La vicenda ricorda quella della Diciotti – per quei fatti Salvini è stato salvato dal processo dal Parlamento – e riguarda il divieto allo sbarco della nave che aveva salvato numerosi migranti nel Mediterraneo. Una mancata autorizzazione che faceva riferimento a quanto previsto dal decreto Sicurezza bis, ma che per i magistrati potrebbe aver configurato la commissione dei due reati. Con quella posizione, Salvini avrebbe di fatto privato della «libertà personale in pregiudizio» le persone a bordo della Open Arms.
Un altro procedimento è stato invece aperto in seguito a una querela di parte presentata dalla società proprietaria del rimorchiatore Mare Jonio della ong Mediterranea Saving Humans. In questo caso le ipotesi di reato sono di calunnia e diffamazione.
«Ma in alcuni Tribunali non hanno problemi più importanti di cui occuparsi? Quando tornerò al governo, rifarò esattamente quello che ho fatto: i confini sono sacri, punto», è la replica di Salvini. L’ex ministro, già ai tempi della Diciotti, aveva dichiarato di non temere di essere processato. Poi però, quando il tribunale dei ministri chiese l’autorizzazione a procedere, si appellò a senatori e deputati affinché ponessero il veto.