Decisive le defezioni nella coalizione a sostegno del sindaco. Gli equilibri dell'aula adesso pendono verso l'opposizione e le delibere proposte dalla giunta affondano. La reazione è furente, mentre i ribelli fanno muro
Caos maggioranza Paternò, bocciate pure le strisce blu Nino Naso all’attacco: «I veri incivili sono i consiglieri»
Ennesima battuta d’arresto d’aula, la terza in meno di 72 ore, per la maggioranza che sostiene il primo cittadino Nino Naso. L’ultimo schiaffo per sindaco e giunta risale a ieri sera, quando il consiglio comunale di Paternò era stato chiamato ad esprimersi sull’esternalizzazione del servizio degli stalli a pagamento. Al momento del voto, si sono materializzati sia i malumori esistenti dentro l’ex maggioranza, sia quelli che attraversano l’opposizione, non unita come in altre circostanze.
Dei 19 consiglieri comunali presenti in aula, in 9 hanno votato a favore: Salvatore Tomasello, Rosanna Lauria, Filippo Sambataro, Giovanni Giangreco, Tonino Cunsolo, Luca Zingale, Agata Marzola, Pietro Cirino e Patrizia Virgillito. Quest’ultimi due sono consiglieri eletti con il gruppo d’opposizione Paternò 2.0. Hanno votato contrario Guido Condorelli, Emilia Sinatra, Giuseppe Orfanò, Giuseppe Lo Presti, Marco Gresta, Claudia Flammia, Anthony Distefano, Ionella Rapisarda, Barbara Conigliello e Roberto Faranda. Gli ultimi tre nomi farebbero parte, sulla carta, della maggioranza di Naso. Cruciali anche le assenze di cinque consiglieri, di cui quattro legati al primo cittadino (Alfredo Sciacca, Tuccio Paternò, Salvo Malerba e Giuseppe Gentile) e una dell’opposizione (Martina Ardizzone).
La delibera avanzata dall’amministrazione comunale non prevede una bando di gara, ma un affidamento per un anno. Quello cioè che è stato presentato come une esperimento per comprendere l’effettiva incidenza delle strisce blu sul bilancio dell’ente comunale. Dopo la bocciatura, Nino Naso è andato su tutte le furie. In una nota definisce vergognoso l’atto del consiglio: «Continuano gli attacchi personali contro questo sindaco che, per alcuni, ha il torto di amare troppo la sua città. Senza alcuna vergogna e alcuno scrupolo – ha attaccato il sindaco di Paternò – hanno bocciato una grande occasione per Paternò: rimettere ordine e fare rispettare le regole, oltre a dare una possibilità di lavoro ai nostri concittadini. I veri incivili non sono i paternesi, ma quei consiglieri che non hanno voluto la delibera, dimostrando che il loro unico obiettivo è quello di distruggere il sindaco del popolo».
Non sono mancate le repliche. In primis i gruppi consiliari di Forza Italia (Emilia Sinatra, Pippo Orfanò e Guido Condorelli), Movimento 5 stelle (Marco Gresta, Claudia Flammia) e Diventerà Bellissima (Giuseppe Lo Presti e Anthony Distefano) assai critici verso Naso: «Le parole e le accuse del sindaco Naso sono inaccettabili e poco degne di essere associate ad un primo cittadino. Nella fattispecie siamo stati accusati di aver votato contrariamente “le strisce blu” per “bloccare questo sindaco” contraddistinti da un fare “cinico e spietato”. L’aggravante – proseguono i consiglieri – risiede nel fatto che proprio quest’opposizione aveva presentato e votato un emendamento in cui si chiedeva semplicemente di procedere ad una gara pubblica anziché esternalizzare il servizio affidandolo in via sperimentale. Chiaramente – concludono – hanno bocciato la proposta senza nessuna ragione plausibile».
I capigruppo di Pd e Paternò Obiettivo Comune, Barbara Conigliello e Ionella Rapisarda, hanno spiegato invece che, sulla proposta, non hanno avuto la possibilità di un confronto democratico con la maggioranza e avrebbero auspicato un iter diverso, mentre Roberto Faranda, consigliere indipendente, il giorno prima del voto aveva presentato un emendamento che chiedeva di affidare il servizio nel rispetto del codice dei contratti pubblici, ossia compiendo «non un affidamento diretto ma con una procedura ordinaria».
Appena 72 ore prima, in un’altra seduta consiliare, Naso era stato battuto sempre grazie ai voti decisivi di alcuni consiglieri della sua maggioranza. Prima con 14 voti contrari l’aula ha respinto la convenzione con l’Ama, la partecipata del Comune che gestisce il servizio idrico integrato in città; poi è stato bocciato il regolamento per la rateizzazione del pagamento dei permessi a costruire. Sempre i voti di Conigliello, Faranda, Malerba e Rapisarda si sono sommati a quelli dell’opposizione.