Il 7 novembre ai Candelai arriva uno dei big della comicità italiana, per uno spettacolo che si preannuncia unico. E che conferma il buono stato di salute del genere in città. Grazie soprattutto all'instancabile Emanuele Pantano: «È cambiata la percezione»
Paolo Rossi e i grandi della stand-up comedy a Palermo «Se cresci con Bill Hicks poi non può piacerti Colorado»
«Se faccio questo lavoro è anche perché puntavo ad aprire lo spettacolo di Paolo Rossi». Quasi non ci crede Emanuele Pantano, il comico e autore palermitano che da quattro anni è il più affermato esponente in città di stand-up comedy. Il 7 novembre ai Candelai arriva, per quella che si preannuncia una serata imprevedibile, uno dei più folli, dissacrante, surreali e noti artisti italiani: quel Paolo Rossi che di sè dice «parlo sette lingue, purtroppo tutte contemporaneamente». L’appuntamento col comico friulano, che torna in città dopo parecchi anni, è anche un ritorno ai monologhi e ai grandi classici del suo repertorio. A volerlo, tramite l’intercessione del collega catanese Pietro Sparacino, è stato proprio Emanuele Pantano.
«È una di quelle cose che ti rendono orgoglioso del tuo curriculum – dice, ancora in fibrillazione – Tra l’altro sono teso perché vorrei fare delle cose su di lui, sull’esempio dei comici americani che omaggiano i maestri in maniera dissacrante, però dall’altro lato penso che dovrei restare molto pulito nell’apertura. Il suo sarà comunque uno spettacolo particolare, perché non avrà un copione vero e proprio ed è tutto basato sull’interazione. Quel che è certo è che sarà una figata. Anche perché Paolo Rossi torna sì a Palermo dopo tanti anni, ma lo fa in un locale e non, per dire, al teatro Biondo o al Massimo. Da anni lui fa l’opera, il teatro vero, per dire poco prima di arrivare qui avrà terminato di portare in scena Il Barbiere di Siviglia».
Pantano, giunto al quarto spettacolo di stand-up comedy (si intitola Pompieri e aeroporti), resta il più infaticabile promotore del genere. La stagione di stand-up comedy a Palermo quest’anno si articola su due locali: i Candelai e il Camus. Ai Candelai spazio agli open mic – il microfono aperto attraverso il quale chi vuole cimentarsi col genere può farlo liberamente – e i big della scena italiana (uno al mese): da Paolo Rossi a Filippo Giardina (il 19 dicembre), da Francesco De Carlo (il 23 gennaio) a Giorgio Montanini (il 6 febbraio). Al Camus ogni 15 giorni si alterneranno Daniele Fabbri (16 novembre), Michela Giraud (30 novembre), lo stesso Emanuele Pantano con il nuovo spettacolo (il 14 dicembre) e Mauro Fratini (il 28 dicembre).
«C’è questa generazione di 18enni che è nata con la comicità sul web – osserva il comico palermitano – Attraverso gli spettacoli che si trovano su Netflix o prima ancora con quelli caricati su Youtube e sottotitolati dalla comunità ComedySubs. È più facile ad esempio che conoscano Bill Hicks che Claudio Bisio. A me capita di sentire pezzi di ragazzi esordienti, giovani, che sono monologhi e idee fatti da altri 30 anni fa. Ma non è che copiano, semplicemente non avendo una cultura di base a livello italiano quando gli viene un’idea credono che sia loro. Per dire: recentemente un 18enne mi ha chiesto “ma Paolo Rossi è quello che ha cantato il pezzo di Rino Gaetano a Sanremo? Fa anche il comico?”». Un’ignoranza che non sorprende e che allo stesso tempo, però, non scandalizza. «Il fatto è che la cultura pop di coloro che sono nati nel 2000 non ha quasi nulla di italiano -aggiunge Pantano – All’ultima edizione di Zelig loro avevano otto anni. E se cresci guardando i video dei comici americani, compreso Jimmy Fallon, poi non può piacerti Colorado. Sono due parametri completamente diversi. Allo stesso tempo in loro c’è molto più interesse per questo tipo di comicità. Si è abbassato tantissimo il target di riferimento. Quando ho cominciato io a fare stand up comedy, quattro anni fa, il nostro pubblico di riferimento andava dai 35 ai 50 anni: quelli che bevono la bottiglia di vino mentre guardano lo spettacolo e che vanno al jazz club. Adesso invece vengono i fan di Willie Peyote».
In una città come Palermo, che fino a qualche anno fa si reggeva sulla comicità dialettale che spesso va a rifugiarsi nella comfort zone degli stereotipi – e ancora lo fa, si vedano l’esempio de I Soldi Spicci, i Sansoni e (in parte) Roberto Lipari – i tanti appuntamenti con la stand-up comedy sorprendono. Città come Roma e Milano, dove questo genere è ancora più diffuso, non sono poi così lontane. «La percezione è cambiata in generale – sostiene Pantano – Nel mio piccolo, ad esempio, mi è capitato di fare spettacoli in città come Crotone e Cosenza dove mai e poi mai avrei giurato potesse attrarre una comicità così urticante come la nostra. Ma anche qui a Palermo, ad esempio, a breve arriverà Christian De Sica che, armato semplicemente di un microfono come noi comedian, verrà a raccontare della sua vita. Come fanno gli artisti anglosassoni (Ricky Gervais, Chris Rock Bill Burr e altri), che partono dal proprio vissuto per affrontare poi macrotemi in chiave comica».
AGGIORNAMENTO
A causa di problemi di salute, l’appuntamento con Paolo Rossi previsto per il 7 novembre viene spostato a giovedì 21 novembre. Per chi avesse già comprato il biglietto, questo resta valido anche per la serata del 21. Mentre chi volesse può chiedere il rimborso.