Terremoto, scosse finite e niente danni Ingv: «E’ il possibile preludio a eruzioni»

Lampadari ballerini, finestre tremanti, scuole evacuate in alcuni comuni e un po’ di paura. Questo il bilancio dello sciame sismico che nella mattinata di oggi ha interessato il distretto dell’Etna. Cinquanta scosse di terremoto tutte registrate tra i 23 i 31 chilometri sotto terra, con epicentro tra Maletto e Randazzo, in provincia di Catania. Tre quelle che hanno fatto preoccupare la popolazione dell’hinterland etneo, avvertite fino alla provincia di Messina, sui Nebrodi: due intorno alle 10 del mattino, di 3 e 3.9 gradi della scala Richter, e un’altra, intorno alle 12.30, di livello 3.5. Tremori lievi ma frequenti, che hanno messo in allerta cittadini ed istituzioni. Ma che, fortunatamente, non hanno causato problemi. «Non ci è stato comunicato nessun danno a Catania, né sul territorio della provincia, dove le scosse sono state in parte avvertite e in parte no», fanno sapere dalla sala operativa della Protezione civile catanese.

In base ai dati riportati dal bollettino del Centro nazionale terremoti, l’ultimo sisma nella zona etnea, di magnitudo 2.0, è stato registrato poco dopo le 15. Poi i tremori si sono arrestati. «Apparentemente le scosse sarebbero diminuite, ma non è detto che lo sciame si sia concluso», precisa Mauro Coltelli, responsabile dell’unità gestionale della sezione di Catania dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. «Stamattina – continua il vulcanologo – c’è stata una diminuzione dopo i primi due eventi più forti, ma lo sciame si è nuovamente intensificato già a metà mattinata, per poi proseguire fino al primo pomeriggio». Anche se, rassicura, si è trattato per lo più di eventi impercettibili, «avvertiti sì dalla popolazione, ma con danni prodotti che equivalgono a zero». Questo perché «quando il movimento si origina ad una profondità vicina ai 30 chilometri sotto terra, come nel caso di oggi, l’energia si distribuisce sul territorio, con una minore intensità delle scosse», spiega.

Ma anche se lievi, i terremoti non mancano di destare preoccupazione anche tra una popolazione, come quella dell’hinterland catanese, che ai sismi c’è abituata. «L’area dell’Etna è ad altissima frequenza sismica. Durante lo sciame di oggi, tutt’ora in atto, ci sono stati tre eventi rilevanti, ma nulla di diverso rispetto alla normalità. L’ultimo episodio simile si è verificato nel 2009», rassicura Coltelli.

Tremori non nuovi, quindi, a chi vive alla pendici del vulcano attivo più alto d’Europa. La zona che ha visto come epicentro il sisma di oggi, quella tra Randazzo, Maletto e i paesi limitrofi, è definita «tipica, in cui il fenomeno sismico si ripete ogni due, tre anni». E che, secondo Coltelli, potrebbero essere preludio di nuove eruzioni. «Tre anni fa il fenomeno sismico ha generato l’attività eruttiva che si è verificata tra il 2011 e il 2012, importante ma di intensità limitata. Questo però non implica che si ripeterà».
Fare previsioni, quindi, è difficile. Come valutare da cosa è stato generato lo sciame di oggi. «L’origine meccanica delle scosse in questa zona è complessa – spiega il vulcanologo – perché la crosta terrestre è modificata dal vulcanismo che rende difficile la valutazione». Questo perché i terremoti etnei sono di origine vulcanica e potrebbero essere causati «dal movimento delle placche, ma anche dalla risalita del magma. E’ un’anomalia della regione».

Un terremoto a singhiozzo che si è manifestato per tutta la mattinata, fino al primo pomeriggio. Ma che in molti, non hanno neppure avvertito. I comuni in cui più forti sono arrivate le scosse sono stati quelli di Bronte, Randazzo, Calatabiano, Castiglione, Linguaglossa, Piedimonte Etneo, Giarre, Riposto, Nicolosi, Zafferana, Sant’Alfio, Maletto, Mascali. Dove, su ordine di sindaci e presidi, in via precauzionale, gli studenti hanno abbandonato gli edifici scolastici seguendo le procedure di evacuazione e, in alcuni casi, sono stati autorizzati ad uscire prima. Nella giornata di domani, a meno di decisioni prese all’ultimo minuto a causa dell’intensificarsi del problema, nella maggiori parte dei paesi interessati le scuole rimarranno aperte. «Stiamo monitorando i bollettini dell’Ingv – spiegano dal comune di Bronte, tra i più vicini all’epicentro del terremoto –  Se la situazione dovesse divenire preoccupante, valuteremo cosa fare». A Catania, invece, nonostante i tremori si facessero sentire ad intervalli regolari, lo sciame è stato appena avvertito e le lezioni sono proseguite normalmente.

[Foto di Lorena H.]


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