«Per me è stata una consolazione immensa aver vissuto in prima persona la Primavera di Palermo. La mafia mi voleva uccidere ma non ci è riuscita. Ho avuto la scorta per 7 anni, il mio capo scorta Agostino Catalano e’ saltato in aria con Borsellino. Si era offerto perché mancava il personale». Lo ha detto padre […]
Padre Sorge, «Mafia mi voleva uccidere ma non ci è riuscita»
«Per me è stata una consolazione immensa aver vissuto in prima persona la Primavera di Palermo. La mafia mi voleva uccidere ma non ci è riuscita. Ho avuto la scorta per 7 anni, il mio capo scorta Agostino Catalano e’ saltato in aria con Borsellino. Si era offerto perché mancava il personale». Lo ha detto padre Bartolomeo Sorge che oggi compie 90 anni in un’intervista a Tv2000. Padre Sorge, gesuita, nato il 25 ottobre 1929, ha scelto di festeggiare i suoi 90 anni con un libro che si intitola I sogni e i segni di un cammino e che considera il suo testamento spirituale.
Sono i tanti segni spirituali che hanno illuminato la sua lunga esperienza. È stato anche direttore di Civiltà Cattolica, di Aggiornamenti sociali e dell’Istituto di Formazione Politica Pedro Arrupe. «L’esperienza più drammatica e bella della mia vita apostolica – ha ricordato padre Sorge – è stata quando ho visto una catena umana di 3 chilometri, uomini e donne, giovani e vecchi che si davano la mano attraversando la città e dicendo ‘basta con la mafia’. Prima di arrivare a Palermo la gente invece aveva paura di nominare la parola mafia. Si guardavano intorno mentre parlavano. Poi ho visto le lenzuola alle finestre dei quartieri popolari di Palermo. Quella era veramente una vittoria». «Il vero problema al quale ho dedicato larga parte della mia vita – ha concluso – era formare i giovani all’impegno politico ma in modo nuovo. Non più nel modo ideologico perché le ideologie sono state tutte smentite dalla storia. Il Concilio ha aperto nuovi modi di presenza dei cattolici non più in un partito, anche se è legittimo farlo, ma come dice Papa Francesco nell’Enciclica ‘Evangelii Gaudium’ impegnati con tutti gli altri uomini di buona volontà per fare il bene di tutti. Questa era anche l’idea di don Sturzo: liberi e forti, no credenti e non-credenti. In questo ancora non ci siamo ma sono ottimista perché la fede illumina e suggerisce la storia. Ma al momento non abbiamo ancora trovato la soluzione».