L'anticipazione arriva dagli uffici del dipartimento Rifiuti. In ballo c'è la gestione, per la quale sono diverse le ipotesi in campo. «La via più veloce è quella che conduce alla gestione dell’Ato», dichiara il sindaco di Riesi Salvatore Chiantia, che oggi presiede la Srr
Gela, via libera in settimana al nuovo impianto Tmb «In parte potrà servire da impianto di compostaggio»
Il nuovo Tmb, l’impianto di trattamento meccanico biologico dei rifiuti della discarica di Timpazzo, a Gela, potrebbe essere consegnato entro la prossima settimana. L’indiscrezione arriva dagli uffici del dipartimento regionale Acque e Rifiuti ed è suffragata da quanto dichiarato dallo stesso dirigente generale Salvatore Cocina dopo la visita di ricognizione effettuata a fine agosto su tutti gli impianti del ciclo rifiuti, presenti sul territorio della Srr4.
Accertamenti propedeutici, proprio in vista dell’avvio dell’impianto di trattamento meccanico biologico di Gela previsto entro ottobre. I tempi stringono. A fine settembre, infatti, scadrà la proroga dell’impianto mobile. Proprio in questi giorni si sono ultimati i lavori di allaccio alla rete elettrica, il prossimo passo è l’affidamento che la regione farà all’Srr4. Dopo di che saranno i vertici della società d’ambito a stabilire a chi fare gestire l’impianto.
Molto probabile, considerati i tempi ristretti che si opti per l’affidamento all’Ato Cl2, attualmente commissariata, che già gestisce la discarica alla periferia est di Gela, come conferma il sindaco di Riesi Salvatore Chiantia, che oggi presiede la Srr. «Le strade a oggi sarebbero due – dice Chiantia – o l’affidamento diretto all’Ato, oppure l’avvio di una gara tramite bando pubblico. Al momento aspettiamo che la Regione completi le volture dell’impianto all’Srr, ma se vogliamo mettere in marcia il Tmb entro il primo ottobre, la via più veloce è quella che conduce alla gestione dell’Ato».
Il Tmb di Timpazzo è il terzo più grande d’Italia e consente di trattare il rifiuto indifferenziato, trasformandolo in materiale riutilizzabile. In totale, l’appalto affidato per la sua realizzazione ammonta a circa 22 milioni di euro. Il nuovo impianto, inoltre, una volta avviato potrebbe sbloccare il sistema del compostaggio. Attualmente, per il processo di riciclaggio dei rifiuti organici è attivo unicamente l’impianto di contrada Brucazzi, che però risente di una tecnologia piuttosto vetusta (con emissioni moleste nell’area industriale dell’Irsap) e di una portata che non riesce a rispondere alle effettive esigenze.
«La Regione ha scritto ufficialmente alla Provincia di Caltanissetta – conferma il commissario liquidatore dell’Ato Cl2 Giuseppe Panebianco – c’è la richiesta di un’ordinanza che consenta, per almeno sei mesi, di ampliare del venti per cento la portata dell’impianto di compostaggio». Un’ipotesi confermata anche da Cocina, che rilancia: «Ci sono le condizioni tecniche affinché il nuovo Tmb serva, in parte, da impianto di compostaggio – spiega -. In questo modo, si potrebbe trasferire l’intero processo a Timpazzo, dismettendo quello di contrada Brucazzi. Quest’area, invece, potrebbe diventare un centro di raccolta».
La soluzione risolverebbe i problemi di conferimento di tutti i comuni del territorio dell’Ato, come sottolinea Chiantia. «In questi mesi – dice – parecchi Comuni hanno avuto difficoltà nel conferire il proprio rifiuto organico per la mancanza di capienza negli impianti di compostaggio. Questo ha causato la perdita delle premialità previste per chi raggiunge una determinata percentuale di conferimento. Con l’ampliamento del 20 per cento della portata di compostaggio, questo problema sarebbe superato».
Ma mentre l’avvio del Tmb sembra ormai alle porte, tempi più lunghi si prospettano invece per vedere attiva la nuova vasca di Timpazzo. Per vedere completato l’iter per l’ampliamento della capienza, infatti, bisognerà attendere almeno i primi mesi del 2020. Inoltre rimangono ancora irrisolti alcuni punti nevralgici che affliggono i Comuni della Srr4: dalla gara per la gestione del servizio di raccolta e smaltimento da affidare (al primo tentativo è andata deserta) all’eccessiva presenza di rifiuti in strada e nelle aree a ridosso del perimetro urbano.