L'app nata per rinsaldare i rapporti tra i cittadini e migliorare le zone in cui si vive celebra chi si è distinto col suo impegno. Tra i vincitori c'è Serena Potenza, ex consigliera della quarta circoscrizione: «La gente per strada mi ferma ancora per chiedermi aiuto»
Nextdoor, una palermitana tra i migliori vicini d’Italia «Nei quartieri di periferia la battaglia è dietro l’angolo»
«Un riconoscimento per me? Cado dalle nuvole, non me lo aspettavo ma fa sempre molto piacere». C’è tanta sorpresa nelle parole della palermitana Serena Potenza. Lei è una delle sei persone elette miglior vicino d’Italia dalla community Nextdoor, in occasione della sedicesima edizione della Festa Europea dei Vicini che si festeggia in oltre 40 Paesi. La piattaforma, in Italia dal 2018, celebra le persone che si sono particolarmente distinte per avere aiutato a rendere il proprio quartiere un posto migliore. Non stupisce troppo, in fondo, che tra i prescelti dalla community ci sia una come Serena Potenza. Da sempre impegnata in campo politico, la passione per le battaglie ce l’ha nel sangue da quando è solo una ragazzina. «Sono stata consigliera della quarta circoscrizione per circa dieci anni, è stato un modo per occuparmi davvero in maniera diretta del mio quartiere, corso Calatafimi parte alta, toccando con mano problemi quotidiani e necessità di ogni sorta», racconta.
Di quegli anni restano oggi indelebili le continue lotte contro rifiuti e discariche abusive. «La mia è una circoscrizione un po’ di periferia e quindi più soggetta a trasformare alcuni posti diciamo più nascosti in vere e proprie discariche a cielo aperto…lì la battaglia è dietro l’angolo», rivela. Tra le tante, però, ce n’è una che rimane ancora oggi un cruccio fisso nella testa, quella di via Paruta. «Quella è stata davvero incredibile e ancora non si è conclusa del tutto – spiega – non è facile. Io non faccio più parte della circoscrizione da due anni e quella battaglia resta ancora lì, come sospesa, non è mai stata vinta del tutto purtroppo, anche per via di alcuni cittadini che non aiutano in nessun modo le istituzioni». La sua esperienza con quella politica più diretta, quella del «porta a porta», come la definisce lei, si chiude per intraprendere una nuova avventura, quella del consiglio comunale. Dove però, malgrado i 750 voti ottenuti da sola, non viene eletta, rimanendo così fuori dai giochi.
«Non sono più consigliere di circoscrizione però la gente ancora mi cerca, mi ferma per la strada e mi dice che da quando non ci sono più loro non hanno più un punto di riferimento – racconta Serena -, qualcosa di buono in quegli anni l’ho fatto. Ma non nego che ho avuto bisogno di un periodo di riflessione». La delusione per non essere stata eletta c’è, è ancora tangibile, è un po’ come se tutto l’impegno di una vita non avesse alla fine ottenuto il riconoscimento altrui tanto sperato. «Faccio politica da quando ero piccola, l’ho fatta a scuola, all’università, e poi anche nel mondo del lavoro perché ho fatto la sindacalista, sono cresciuta con questa passione – racconta ancora -. Dopo quasi 20 anni ad occuparmi di battaglie per i diritti in ogni settore e ambito in cui mi sono trovata, negli ultimi sei mesi ho fatto anche l’assessore alla Pubblica istruzione a Monreale, un altro ruolo in cui ho messo davvero tutto quello che sono. E grazie a mezzi di comunicazione come i social, oggi, chiunque può toccare davvero con mano l’impegno messo in campo».
Al suo curriculum di lotte, si aggiunge adesso l’inusuale riconoscimento di Nextdoor. «Lo reputo importante, fa enormemente piacere», continua a dire Serena. La community l’ha scelta proprio per il suo modo di affrontare i problemi della circoscrizione e il suo impegno per rendere il quartiere più sano e pulito. Un premio, insomma, alla sua tenacia e instancabilità, che l’ha resa un punto di riferimento per moltissimi cittadini. «A me è sempre piaciuto questo contatto con la gente, questo tipo di approccio diretto. Tutta colpa di mio padre – dice scherzando -. Fino a due giorni fa ricordavamo tutti la tragedia di Falcone…quella mi ha cambiato la vita, come l’ha cambiata a molti giovani di quella generazione. Avevo 13 anni e mi sono detta che bisognava fare qualcosa, che bisognava lottare per i diritti di tutti, per la legalità, per gli ultimi. E non sono figlia di un uomo che fa politica, non vengo da una famiglia di tradizione, mio padre era un impiegato, lui mi ha trasmesso l’amore per la giustizia che è diventata poi la mia più grande passione, la politica».
Ma se di base non c’è passione, non si può fare niente, parola sua. Passione che è fondamentale non solo per cercare di fare sempre meglio ma per non lasciarsi anche travolgere del tutto dai momenti difficili che con la politica, come con qualunque altra professione, occorre mettere in conto. «Puoi prenderti tutte le pause di riflessione che ti servono, ma quando dietro al tuo impegno c’è la passione, questa prima o poi tornerà sempre a bussare alla tua porta». Una riflessione, la sua, che lascia presagire che presto la sua voglia di dare una mano alla città tornerà a galla. «Del resto, come posso girare la testa di fronte a quello che continuo a vedere tutti i giorni?».