La procura generale di Messina ha presentato la richiesta di condanna a quattro anni e quattro mesi per l'attuale primo cittadino del capoluogo. Poco meno per il fratello Tindaro. In totale sono otto gli imputati
Sacco Fiumedinisi, chiesta la condanna per De Luca L’accusa chiede di ribaltare sentenza di primo grado
Il procuratore generale di Messina Adriana Costabile ha chiesto la condanna a quattro anni e quattro mesi per il sindaco di Cateno De Luca, nel processo d’appello sul sacco edilizio di Fiumedinisi. In primo grado l’allora primo cittadino del comune collinare era stato assolto con la formula perché il fatto non sussiste dal reato di abuso d’ufficio, incassando la prescrizione per tentata concussione e per falso.
Oggi l’accusa ha chiesto la condanna a tre anni e otto mesi anche per il fratello di De Luca, Tindaro. Mentre per l’allora presidente della commissione Edilizia Benedetto Parisi la procura chiede due anni e otto mesi. Nella vicenda sono coinvolte in totale otto persone, tra le quali il funzionario Pietro D’Anna, l’ex assessore Salvatore Piccolo e l’allora vicesindaca Grazia Rasconà.
Al centro del processo ci sta il contratto di quartiere su cui De Luca, tra il 2004 e il 2010, sarebbe intervenuto per favorire alcune imprese edili, ritenute vicine alla sua famiglia. A finire nelle indagini è stata anche la costruzione di un albergo da parte della società Dioniso, alcuni centri di formazione gestiti dal Caf Fenapi e 16 villette realizzate dalla cooperativa Mabel.