Il sindaco Orlando annuncia un esposto denuncia alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica. «Il comportamento della burocrazia è un vero insulto alla storia e all'impegno del presidente Musumeci»
Rifiuti, torna lo scontro tra Comune e Regione «Vorrebbero imporci il trasferimento a Siculiana»
«Lo stesso burocrate regionale che dopo aver tenuto ferme per un anno le attività della struttura commissariale ed aver prodotto ordinanze su ordinanze, tutte bocciate dal Tar, per mettere i bastoni fra le ruote ai Comuni e alle discariche pubbliche, vorrebbe imporre che da Palermo i rifiuti siano trasportati a Siculiana». Il sindaco Leoluca Orlando non lo cita, ma il riferimento diretto è a Salvo Cocina, dirigente generale del dipartimento Rifiuti. E il j’accuse del primo cittadino è l’ennesimo capitolo di uno scontro sempre più acceso tra Comune e Regione in merito alla gestione e allo smaltimento dell’immondizia.
I dati ancora bassi della raccolta differenziata, l’ampliamento della VI vasca a Bellolampo e la realizzazione della VII vasca, e adesso il possible provvedimento regionale che imporrebbe il conferimento a Siculiana dei rifiuti prodotti a Palermo: gli attriti tra i due enti insomma continuano. Coi cittadini a pagarne le conseguenze. Ad alimentare il fuoco delle polemiche, dunque, il possibile trasferimento dei rifiuti dal capoluogo siciliano all’agrigentino.
«È un fatto di una gravità inaudita – sostiene Orlando – che conferma come parte della burocrazia regionale lavori attivamente contro il pubblico e a favore del (quasi) monopolio privato in un settore delicatissimo della vita civile, politica ed amministrativa della Sicilia. Un settore certamente non immune da interessi, condizionamento e presenza criminali e mafiosi. È un comportamento, quello della burocrazia regionale, che è un vero insulto alla storia e all’impegno del presidente Musumeci. In attesa di vedere se questa ennesima follia formale ed istituzionale diverrà realtà, ho dato mandato all’avvocatura comunale di preparare un esposto denuncia alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica perché siano accertate responsabilità, interessi e danni derivanti dall’immobilismo della struttura commissariale che in un anno, nonostante i poteri speciali, non ha mosso un dito per la realizzazione della VII vasca di Bellolampo, che a quest’ora avrebbe dovuto già essere stata appaltata se non addirittura realizzata».