Per il primo cittadino in carica, con il suo numero due «si era creata un'incompatibilità di tipo umano». Mentre il dimissionario spiega di non avere più condiviso scelte fatte sul piano amministrativo. Non ultimi i soldi destinati alla fermata Cappuccini
Acireale, si dimette il vicesindaco Salvatore Pirrone «Restano gli schemi del passato». Ma Alì risponde
Cambiamenti nella giunta di Acireale guidata dal sindaco Stefano Alì: Salvatore Pirrone, vicesindaco e assessore a Personale, Lavori pubblici e Tursimo, si è dimesso. «Alcune visioni politiche che sono cambiate nel corso del tempo: rimane la mia stima nei confronti del sindaco, ma non condivido certe modalità operative – afferma Pirrone a MeridioNews -. La città ci chiedeva una rottura col passato, ma le modalità sono rimaste uguali a quelle delle passate amministrazioni». Per un assessore lascia l’incarico ne subentreranno altri due. Le deleghe al Turismo e alla Cultura passeranno al già consigliere comunale Fabio Mangiagli, ma il profilo tutto nuovo della giunta acese sarà Mario Di Prima. Già candidato sindaco con una lista civica nel 2014, Di Prima si occuperà di Avvocatura, Vigili urbani e Affari istituzionali. A Carmelo Grasso, assessore all’Urbanistica, andrà la delega ai Lavori pubblici e la carica di vicesindaco, incarichi lasciati da Pirrone. Per il sindaco questo cambiamento della giunta non comporterà alcun costo sulle casse comunali: «Abbiamo ridotto le indennità, prevedendo un tetto massimo che equivale al costo complessivo di cinque assessori più il presidente del consiglio – dichiara -. Non possiamo superare il tetto massimo di 200mila euro».
A spingere l’ormai ex assessore a rompere il patto elettorale sottoscritto nel 2017 sono stati determinanti alcuni passaggi. In particolare Pirrone punta il dito sulla gestione del personale, secondo lui «ancora legata a schemi precedenti, con incarichi dati anche a chi è stato coinvolto nell’inchiesta che ha scosso il Comune nel 2018». Pirrone farebbe riferimento a Nicolò Urso, il vigile urbano prima sospeso e poi reintegrato dopo essere stato coinvolto nell’inchiesta Sibilla insieme all’ex sindaco Roberto Barbagallo e alcuni vertici degli uffici comunali. Ma non basta: a far desistere Pirrone, come lui stesso sostiene, hanno influito anche due provvedimenti: il primo è la delibera di giunta numero 41 e il secondo è l’atto di indirizzo numero 44. «Col primo documento si è modificato l’assetto del Comune sovraccaricando i Lavori pubblici con una serie di incarichi tolti ad altri uffici per cui non c’erano né copertura economica né abbastanza personale – continua -. Con l’atto di indirizzo, invece, sono state utilizzate delle risorse per la fermata Cappuccini, soldi che inizialmente erano destinati alla sicurezza. Considero la fermata Cappuccini un ottimo provvedimento, ma credo che si sarebbe potuto attingere da altri fondi».
La replica del sindaco Alì non si fa attendere. «Con Pirrone si era creata un’incompatibilità di tipo umano». Poi il sindaco passa ai vari punti chiamati in causa da Pirrone. «L’assessore contesta i centomila euro che abbiamo previsto per la fermata Cappuccini su un totale 600, somme appartenenti al fondo Imu, per una scelta di fondamentale importanza per Acireale – risponde –. Eravamo in fase di approvazione del bilancio e abbiamo fatto questa variazione necessaria». Poi il primo cittadino si sofferma sui cambiamenti avvenuti nel settore lavori pubblici: «Dopo gli arresti del 2018 sono stati fatti dei cambiamenti all’interno degli uffici – aggiunge -. Così abbiamo deciso per una redistribuzione. Per esempio, quando si è trattato della demolizione degli immobili (in seguito al terremoto, ndr), abbiamo deciso che questo compito doveva spettare all’area tecnica. Così come il collaudo delle opere di urbanizzazione».
Da assessore al Turismo Pirrone ha sottoscritto le scelte della Fondazione del Carnevale. Quella dei conti della manifestazione carnascialesca rimane ancora una questione aperta, dato che i bilanci definitivi sono stati richiesti da alcuni consiglieri di opposizione, ma non sarebbero stati messi ancora a disposizione. Inoltre, sull’argomento, lo scorso maggio, si è espresso anche l’onorevole regionale Nicola D’Agostino, il quale, da un’analisi dei documenti forniti dalla stessa Fondazione, aveva segnalato un deficit di 350mila euro. Ma Pirrone puntualizza: «Sul Carnevale abbiamo agito da squadra: eravamo nettamente convinti a far uscire i bilanci a breve, sull’argomento stavamo agendo in maniera ferma». Dopo questa esperienza, adesso Pirrone vuole continuare l’attivismo da libero cittadino: «Non farò politica attiva: mi ero scommesso per rispondere alla richiesta di cambiamento voluta dalla città».