Il Comune di Siracusa ha presentato un ricorso al Tribunale dei minori di Catania. Interviene anche l'autorità garante per l'infanzia inviando una nota a Conte e Salvini. Intanto il pm Scavone precisa: «Sono stati identificati sulla base delle loro dichiarazioni»
I 13 minori sulla Sea Watch, ricorso al Tribunale Garante infanzia: «In nessun caso vanno respinti»
Un ricorso al Tribunale dei minori di Catania da parte del Comune di Siracusa e una segnalazione a Conte e Salvini da parte dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza. A difesa dei 13 minorenni a bordo della Sea Watch si intraprendono anche le vie legali, già peraltro avviate dall’indagine della Procura dei minorenni di Catania.
Il garante per l’infanzia del Comune di Siracusa, Carla Trombino, ha presentato al Tribunale dei minorenni di Catania un ricorso d’urgenza per lo sbarco e l’assegnazione a un centro specializzato dei 13 minorenni. La richiesta è stata depositata dall’avvocata Rosa Emanuela Lo Faro ed è motivata con «i maltrattamenti e le torture» che i minorenni hanno subito in Libia e che hanno avuto modo di raccontare in questi giorni, anche ai parlamentari che ieri sono saliti a bordo. Il legale ha chiesto anche l’intervento dell’autorità marittima per dichiarare l’emergenza medica per i minori. Nell’istanza si sottolinea che i 13 minorenni a bordo della Sea Watch sono «vulnerabili» e che «hanno subito torture».
Solitamente la Sanità Marittima, subito dopo l’attracco della nave con i migranti in porto, sale a bordo per valutare la situazione sanitaria e stabilire se è necessaria la quarantena. Ma finora, non essendo arrivato il via libera allo sbarco da parte del ministero dell’Interno, questa operazione non è stata effettuata. Ieri una dottoressa della Sanità marittima ha però effettuato il controllo sulla delegazione salita a bordo e ha dato il via libera. Da questo, secondo il garante dell’infanzia del Comune, si «evince che non ci sono condizioni sanitarie che possano determinare la quarantena degli occupanti della nave». Si chiede quindi di «ordinare al ministero dell’Interno, per il tramite dell’ufficio immigrazione della Questura di Siracusa, l’accompagnamento e il collocamento immediato dei 13 minori stranieri non accompagnati a bordo della Sea Watch3 in una struttura di accoglienza adeguata» e di «nominare loro un tutore».
Nelle stesse ore è intervenuta anche la presidente dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza Filomena Albano. «Ho inviato una segnalazione al presidente del Consiglio e al Ministro dell’Interno. Nota della quale ho informato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e i Presidenti di Senato e Camera. La condizione di vulnerabilità delle persone di minore età – aggiunge – deve essere tutelata immediatamente e adeguatamente nel rispetto della legge interna e delle norme internazionali alla luce del principio del superiore interesse del minore. Per questo i minorenni presenti sulla Sea Watch vanno fatti sbarcare». Per l’autorità Garante, «la legge italiana prevede che il respingimento non possa avvenire “in nessun caso”. Le fonti internazionali, europee e interne stabiliscono poi per le persone di minore età il diritto a un’adeguata accoglienza in Italia».
A proposito dell’età dei 13 minorenni, il pubblico ministero di Siracusa Fabio Scavone ha precisato che tutti «sono stati identificati sulla base delle loro dichiarazioni». Un ragazzo ha dichiarato di avere 15 anni, la maggior parte 16 e qualcuno 17. «Non hanno nessun documento con sé – ha aggiunto Scavone – e quindi è riportato soltanto l’anno di nascita senza neanche giorno e mese. Quindi è un profilo da verificare anche questo. Sostanzialmente c’è solo un minorenne che dichiara di avere 15 anni, per il resto tutta la fascia dei diciassettenni, molti nati il 1 gennaio del 2002. Sono di diverse nazionalità, il quindicenne è sudanese, poi del Gambia e del Senegal».
«In tutti gli sbarchi funziona sempre così – spiega Rosa Emanuela Lo Faro, avvocata del garante per l’infanzia del Comune di Siracusa – i minori vengono riconosciuti tali sulla base delle loro dichiarazioni, poi se nascono dei dubbi vengono fatti degli accertamenti, ma non a bordo. Siamo di fronte a eventi e anche a una fase giudiziaria che non ha precedenti, perché mai è stato impedito a un minore di sbarcare».