La rosa venuta fuori dal tavolo dei venti primi cittadini risulta un po' più allargata rispetto a quanto aveva chiesto il presidente Nello Musumeci. Mossa utile a trovare una quadra che sembrava impossibile: alla fine centrodestra e centrosinistra si spartiscono la torta
Per la guida del parco dell’Etna quattro candidati Caputo, Barbagallo e i sindaci di Maletto e Adrano
Tre possibilità non bastavano per scongiurare la clamorosa rottura. E così i venti sindaci del Parco dell’Etna si sono, alla fine, messi d’accordo non su tre ma su ben quattro nomi aspiranti alla nomina di presidente dell’ente. La decisione spetta di diritto al governatore Nello Musumeci che però, aprendo alle richieste di dialogo arrivate dagli amministratori locali, aveva chiesto loro di indicare una terna di potenziali candidati da votare all’unanimità. La rosa venuta fuori dall’ultimo vertice fra i sindaci risulta un po’ più allargata, buona soprattutto a tenere assieme un tavolo in realtà dilaniato da contese incrociate, veti e aspirazioni personali e partitiche.
Il nome che resiste fino all’ultimo, nonostante le polemiche sul suo effettivo possesso dei requisiti richiesti, è quello di Carlo Caputo. L’ex sindaco di Belpasso era in pole per l’incarico praticamente da un anno, grazie anche alla sua appartenenza al movimento Diventerà bellissima e all’asse con il deputato Ars Giuseppe Zitelli, primo degli eletti a Catania nella lista del governatore. Viene inserito fra i quattro nomi in qualità di ex amministratore – uno dei criteri concordati in precedenza dai Comuni – ma alcuni fra i sindaci contrari alla sua candidatura chiedono che venga specificato, nel documento con i nomi da consegnare a Musumeci, il problema della ventilata incompatibilità dovuta alla legge Madia.
Nome a sorpresa, ma non troppo, è invece Ettore Barbagallo, presidente del Museo della lava di Viagrande. Il suo profilo riempie la casella del «tecnico d’alto profilo», sebbene nel suo curriculum non manchino le esperienze politiche. Legato al deputato Ars del Pd Anthony Barbagallo, è stato assessore a Viagrande e, sempre al parco dell’Etna, componente del comitato esecutivo dell’ente durante la presidenza di Marisa Mazzaglia. La sua candidatura non era trapelata e, da quanto si apprende, è stata l’unica messa a votazione dal tavolo dei sindaci cui ha preso parte anche il primo cittadino di Catania Salvo Pogliese, in qualità di capo dell’ex Provincia. Barbagallo ha ricevuto più preferenze rispetto all’altro nome avanzato in chiave tecnica, ma dall’area del centrodestra: Pietro Ambra, presidente del Gruppo giovani imprenditori della Confcommercio di Catania.
Passa, infine, la linea dell’inserimento nella rosa di nomi di alcuni dei sindaci del Parco. La spuntano Pippo De Luca, primo cittadino di Maletto legato a Forza Italia, e Angelo D’Agate, sindaco di Adrano più o meno riconducibile al centrosinistra. Il centro che lui amministra supera però i 30mila abitanti, soglia che non gli consentirebbe di accedere alla carica. Anche quest’altro dubbio giuridico dovrebbe essere menzionato nel verbale che verrà indirizzato al governatore Musumeci.