L'amministrazione di Aci Castello non vuole saperne di quella banchina di approdo in muratura. Sarebbero 66 metri quadrati e per l'attracco delle barche dei pescatori sono un po' troppi. Per questo ha bocciato il progetto che veniva, tramite l'università di Catania, dal Cutgana. Ma il responsabile dell'area marina protetta dei Ciclopi minimizza: «C'è solo da mettersi d'accordo»
Isola Lachea, Unict vuole il molo in cemento Il Comune lo boccia: «Troppo invasivo»
La richiesta era là, dal 20 dicembre 2011. E prevedeva la «concessione demaniale per realizzare un pontile in muratura presso l’isola Lachea». A farne domanda, tramite l’ateneo di Catania, il Cutgana, centro universitario per la gestione degli ambienti naturali e degli agrosistemi, che di isola Lachea e faraglioni dei Ciclopi ha la gestione dal 1998. «Quando ho visto online il documento, mi sono subito allarmato», afferma Antonio Guarnera, il consigliere comunale di Aci Castello che, insieme al collega Mario Conti, ha chiesto all’amministrazione di dare immediatamente il suo parere sulla faccenda. Perché una colata di cemento nel bel mezzo dell’area marina protetta, un po’ risulta strana. «Nel documento continua Guarnera si parla di un’opera di 66 metri quadrati, mi è sembrato troppo».
E in effetti Sebastiano Romeo, assessore all’Ambiente e vicesindaco castellese, storce il naso. «L’intervento è troppo invasivo dichiara Condividiamo la necessità di un approdo sicuro, ma quello previsto dal progetto è troppo grande». Almeno per imbarcazioni piccole come quelle dei pescatori trezzoti. È per questo che annuncia che la giunta darà parere contrario alla realizzazione dell’intervento. Né chiederà un nuovo progetto: «È l’ateneo etneo ad aver proposto la cosa sin dall’inizio, se vogliono si adeguino alle nostre esigenze e a quelle del paesaggio». Però dalla fondazione Cutgana non vedono il problema: «La proposta che abbiamo presentato è pienamente compatibile con l’ambiente», sostiene Angelo Messina, che della fondazione è presidente. «Non stravolgiamo niente, semplicemente mettiamo in sicurezza una cosa che già c’è», s’accalora. Riferendosi a una banchina tubolare metallica, che viene usata da anni per mettere piede sul suggestivo isolotto. Sul cemento, poi, non ha dubbi: «Sarà sott’acqua, non si vedrà neanche, e servirà per dare solidità alla pietra lavica».
«In realtà, l’oggetto del contendere non è nient’altro che una passerella lunga circa otto metri e larga un metro e mezzo», spiega Emanuele Mòllica, responsabile dell’area marina protetta Isole dei Ciclopi. Realizzato da un pool di architetti messinesi che hanno vinto un bando pubblico dell’ateneo catanese il progetto costerebbe, in totale, 90mila euro. Chi ce li dovrebbe mettere (università, Regione Sicilia o tutt’e due) non è ancora chiaro, perché l’idea è ancora in uno stato embrionale. «L’anima portante del pontile sarebbe in cemento, rivestito di pietra lavica descrive Mòllica ed effettivamente sarebbe sovradimensionato». Ma l’interesse di chi ha immaginato la soluzione, garantisce, «era solo di fare una cosa che fosse sicura per i diecimila bambini che ogni anno visitano l’isola, e, contemporaneamente, che tutelasse l’ambiente». Non un mostro sul mare, bensì «una cosa da rivedere». Una cosa è certa: «Così com’è, difficilmente il Cutgana avrà l’autorizzazione, quindi bisognerà cambiare, rimpicciolire, ripensare». Dal canto suo, l’area marina protetta non ha ancora espresso un parere, ma svolgerà una funzione di mediazione: «Stiamo tentando di far incontrare tutte le parti in causa». In fondo, «c’è solo da trovare un accordo», assicura il responsabile.
[Foto di gnuckx]