La produzione degli agrumi coltivati nell'antica Conca d'oro e presidio Slow Food è in difficoltà a causa delle condizioni climatiche. Un consorzio ne tutela l'originalità, ma quest'anno difficilmente si raggiungeranno i volumi registrati nelle precedenti stagioni
Il mandarino tardivo di Ciaculli è in crisi La raccolta del 2018 non è andata bene
Da oggi le arance rosse di Sicilia IGP sono in vendita nei supermercati e nei banchi dei fruttivendoli, mentre a Palermo la produzione del mandarino tardivo di Ciaculli, presidio Slow Food coltivato nell’antica Conca d’oro, rischia di saltare a causa delle condizioni climatiche. Il tardivo, che viene raccolto da fine gennaio fino a primavera inoltrata, è prodotto da un consorzio che ne tutela l’originalità e le caratteristiche principali, ma quest’anno gli agricoltori si lamentano perché difficilmente si raggiungeranno i volumi registrati nelle precedenti stagioni.
«Rispetto al 2017 – dice Pietro Conigliaro, uno dei coltivatori storici della borgata palermitana – l’annata è deludente, colpa del tempo non adatto per lo sviluppo dei mandarini. Da un punto di vista economico siamo stati molto danneggiati, probabilmente non rientreremo negli investimenti fatti per un prodotto che è una vera eccellenza e che trattiamo con grande cura. Speriamo che il 2019 sia migliore di quello appena trascorso e che ci dia belle soddisfazioni». Il mercato del tardivo, e più in generale del mandarino comune siciliano, è in fase calante almeno del 20%: riscuotono sempre più successo le clementine o il mandarancio, incroci che contengono meno semi e che provengono da paesi come Cina, Algeria, Marocco e Spagna, spesso in aperta concorrenza con gli agrumi siciliani per via del costo più basso. Ed è proprio la Spagna ad essere leader della produzione agrumicola e nel settore dei succhi e dei nettari, estratti da questi frutti. «Dai mandarini e dagli agrumi – continua Conigliaro – si prende tutto: si mangiano ovviamente ma si usano anche per confezionare bevande, ma anche per i profumi e nella farmaceutica».
La prossima sfida potrebbe essere quella di puntare sui limoni e, in futuro, potrebbe essere questa la strada, anche a Palermo, per diversificare la produzione. In Sicilia, infatti, l’annata è stata soddisfacente nonostante le temperature troppo alte che hanno causato una colorazione poco omogenea del prodotto. L’incremento, rispetto al 2017, è stato del 30% anche se il costo è maggiore in confronto ai limoni del Sudamerica, del Sudafrica e di Israele a cui i consumatori si rivolgono per risparmiare qualcosa. Non sembrano invece risentire della crisi le arance rosse IGP, come conferma il presidente del consorzio, Giovanni Selvaggi: «L’eccezionale ondata di maltempo di ottobre, che ha investito la Piana di Catania e la provincia di Siracusa, ha avuto conseguenze solo marginali sui frutti. Le arance sono buonissime e le caratteristiche organolettiche intatte. Quest’anno più che mai comprate arance rosse di Sicilia IGP per far si che gli agrumeti danneggiati dal maltempo tornino a produrre a pieno ritmo questo eccellente frutto siciliano unico al mondo».
Le prime arance rosse a maturare e ad arrivare sulle tavole saranno, come da tradizione, le cosiddette moro, caratterizzate dal colore rosso scuro della polpa. Le tarocco, una tra le varietà più diffuse e apprezzate perché prive di semi e di colore giallo-arancio, si troveranno a partire dal prossimo 8 gennaio mentre le prime arance sanguinello, molto succose, si cominceranno a vendere dal 9 febbraio in poi. Ma il grosso della raccolta dovrebbe avvenire tra marzo e aprile.