«Il problema non è mai stato la colata. Quello che ci preoccupa è il dicco magmatico nel sottosuolo». Parola di Stefano Branca, vulcanologo catanese. Il timore è che i tentativi del materiale incandescente di spaccare le rocce attivino altre faglie
Terremoto, l’Ingv: «Sismicità sull’Etna è altissima» Il magma continua a muoversi, rischio altre scosse
Finora sono stati ventitré, ma il numero potrebbe continuare a crescere. Lo sciame sismico dovuto all’eruzione sull’Etna non si placa e dalle 3.19 di questa notte le scosse non hanno dato tregua alla popolazione. «La sismicità è altissima – dichiara a MeridioNews Stefano Branca, vulcanologo dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e responsabile del monitoraggio del vulcano – Il fenomeno è tutt’ora in corso e nel pieno delle sue evoluzioni». Dopo il terremoto di questa notte nei pressi di Viagrande – che ha causato i danni più gravi a Fleri (Zafferana Etnea), Pennisi (Acireale) e Santa Maria La Stella (Aci Sant’Antonio) – gli eventi sismici sono continuati.
E se è vero che quello di magnitudo 4.8 è stato un evento «singolo», poiché scollegato (dal punto di vista strettamente scientifico) con lo sciame di mini-scosse, è vero anche che la concentrazione di vibrazioni nel sottosuolo indica che qualcosa sta ancora accadendo: «Il dicco magmatico sta tentando di spaccare le rocce sempre più in basso – continua Branca – Non è escluso che, continuando a premere, inneschi altri terremoti». E che si apra una nuova fessura eruttiva più a valle. «I tecnici ci dicono che si sta andando verso un raffreddamento della lava e ci dobbiamo aspettare una quiescenza dell’attività eruttiva – ha detto ai microfoni di SkyTg24 il capo della Protezione civile Angelo Borrelli – Ora si va verso una diminuzione del fenomeno». Cosa che non significa, come ha dichiarato il vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio, che «la situazione pare essere più tranquilla». «Abbiamo avuto un importante vertice, piuttosto affollato, in prefettura – chiarisce il vulcanologo catanese – L’unico fenomeno in regressione è quello della colata, che non è mai stato un problema. Molte delle colate attive dal 24 dicembre sono in raffreddamento, ma l’attività eruttiva è in corso. Il dicco va avanti: il problema è la sismicità legata all’intrusione magmatica, che potrebbe fare attivare altre faglie».
Quella che ha causato il sisma di questa notte è quella di Fiandaca, ma non è l’unica nei dintorni del vulcano né l’unica che possa dare pensiero alla popolazione. «Dire che il pericolo sta rientrando non è corretto e non ha nessuna base: siamo certamente preoccupati». Dopo l’evento di Viagrande, quello di intensità più alta è stato registrato in territorio di Sant’Alfio, alle 14.14: magnitudo 3.0 a otto chilometri di profondità. Poi ancora una lunga serie di terremoti più lievi (magnitudo compresa tra i 2.3 e i 2.7) molto più superficiali: epicentri a Ragalna, Zafferana Etnea e Milo. Nel frattempo, sui social è diventato virale il messaggio audio registrato da una donna, la quale sostiene che gli esperti attendono un’altra scossa «forte» e l’apertura di una nuova bocca eruttiva. In realtà, però, i toni allarmistici sono stati smentiti dagli stessi vulcanologi dell’Ingv. Com’è noto: non è possibile prevedere i terremoti, ma non si possono escludere altre scosse.