«A San Berillo si viola la carta dei diritti fondamentali dell'uomo» afferma l'attore Elio Sofia, che domenica 18 ha partecipato a una manifestazione del Gar, gruppo azione risveglio, all'interno delle voragini del Corso dei Martiri. In attesa della firma sull'accordo di transazione tra comune di Catania e privati che secondo l'amministrazione arriverà «a giorni, con la presentazione del nuovo master plan», padre Valerio di Trapani, direttore della Caritas diocesana, se la prende con il caro affitti. «Non sono solo gli stranieri a vivere così. Si requisiscano le case sfitte e si diano per un anno a chi ha bisogno» suggerisce il sacerdote
Gar: «Emergenza umanitaria a San Berillo» La Caritas: «Requisiamo le case sfitte»
«Agghiacciante, c’era una montagna di rifiuti con i topi che salivano e scendevano, davanti ai bambini che ballavano». Elio Sofia, attore e speaker radiofonico, domenica 18 presente a “Sun Berillo decollato”, manifestazione organizzata dall’associazione catanese Gar lungo il Corso dei Martiri, è sicuro: «a San Berillo si violano i diritti umani». La scadenza per l’accordo di transazione tra il comune di Catania e le società private Istica e Risanamento San Berillo per l’edificazione delle aree era il 17 marzo ma, a quanto riferisce l’ufficio stampa comunale, «la firma arriverà nei prossimi giorni, e probabilmente venerdì 23 prossimo presenteremo il nuovo master plan». Nelle grandi voragini del lungo viale vivono intanto una trentina di famiglie. Vengono dalla Bulgaria, e tra baracche e rifiuti ci sono anche dei bambini piccoli.
«Quello che ho visto è quanto di più raccapricciante ci possa essere» afferma Elio, ma padre Valerio Di Trapani, direttore della Caritas diocesana di Catania, non concorda con gli allarmismi. «Se gli appartamenti a Catania centro resteranno sfitti, dovremo riabituarci a vedere sempre più persone che scelgono di vivere in questo modo perché non riescono ad affrontare le spese di un affitto», risponde il sacerdote, che dopo anni di servizio quale direttore della Caritas diocesana – verrà sostituto a fine maggio da don Enzo Algeri – conosce bene la situazione catanese. Il problema, per padre Valerio, è sempre lo stesso: manca una seria politica per la casa. «Ci sono centinaia di famiglie in queste condizioni a Catania, non solo quelle nomadizzate di Corso dei Martiri o i Rom di Zia Lisa e di San Giuseppe La Rena. Fino a quando resteranno migliaia di appartamenti sfitti, non potremo fare altro che dare aiuto a queste persone, portando cibo e medicine».
«Non posso credere che ci sia una Catania dove un sindaco, un vescovo, un prefetto, un questore, ignorano tutto questo» racconta ancora Elio, sconvolto dalla visione di una Catania che non conosceva. Ha scattato delle fotografie dei luoghi con il suo cellulare, nelle quali si vedono chiaramente le tonnellate di spazzatura tra le baracche. Salvo Grillo, animatore del Gruppo azione risveglio che insieme al Teatro Coppola e allo spazio Re Ba ha portato performance artistiche e musica lungo il viale abbandonato, come Elio non ha mezza misure nel definire quella di Corso dei Martiri come «un’emergenza umanitaria, che viola l’articolo uno della carta dei diritti fondamentali dell’uomo. Bisogna che le istituzioni, a tutti i livelli, intervengano – scandisce Grillo – è un caso da corte di giustizia europea». Il Gar ha anche realizzato un video, con delle interviste fatte a chi vive in quei luoghi, che verrà diffuso nelle prossime ore.
Mentre al comune di Catania, dall’ufficio Contrasto alla Povertà rassicurano che «la situazione è conosciuta e si provvede quotidianamente», Padre Valerio Di Trapani propone una soluzione. «Si chiama requisizione per emergenza abitativa – spiega padre Valerio – Di solito si applica quando ci sono terremoti o catastrofi naturali. Si prendono gli appartamenti sfitti e li si affidano per un anno, con un regolare contratto d’affitto, alle famiglie che ne hanno bisogno». Fantascienza? «No, perché in una delle municipalità di Roma è già stato fatto, e se ne parla in molte altre parti d’Italia», commenta padre Valerio, che lancia anche un appello: «Chi denuncia queste situazioni e ha degli appartamenti sfitti, potrebbe iniziare a metterli a disposizione di chi ha bisogno».
[foto di Elio Sofia]